Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

solo i primi due capitoli ( 161 pagine sulle 432 della edizione inglese) al pe– riodo sino alla marcia su Roma, per soffermarsi assai piu a lungo sui metodi di governo del fascismo al potere, in queste Lezioni l'attenzione di Salve– mini è tutta concentrata sul periodo precedente alla marcia su Roma (dei ventisette capitoli in cui è diviso il testo solo gli ultimi tre riguardano avve– nimenti posteri.ori); e, anzi, si risale ad alcuni degli aspetti della vita italiana avanti la prima guerra mondiale, nel tentati'vo di cogliere e situare la genesi del fascismo nel quadro complessivo della storia italiana. Questo spostamento di prospettiva corrisponde ad una diversa impostazione generale, e ad un sostanziale approf ondi·mento della ricerca da parte di Salvemini. Se La dit– tatura fascista in Italia, per i motivi polemici che contiene e per i fini imme– diati che si· proponeva, è opera, i-:icerto senso, piu politica che storica (ove per opera di storia si intenda un'opera mossa da interessi piu mediati e indiriz.'?:ataa fini meno contingenti, nel cui giudizio complessivo sia possi– bile mantenere un distacco maggiore), nelle Lezioni veramente prevale l'in– teresse dello storico, ed i"l tono dell'opera, con piu pacata considerazione di uomini· e cose, si distende in una narrazione sempre serrata, ma assai pi·u rz·ccadi sfumature, che rivela ormai una pi·ena presa di coscienza della materia. Si· mettano a confronto quei capitoli delle Lezioni in cui Salvemini utilizza di nuovo tutto il materiale già presente ne La dittatura fascista in Italia; si· vedrà che non si tratta soltanto, per i·l testo di queste Lezioni, di un aumento quantitativo, dovuto alla pi·u ampia documentazione di cui Sal– vemini si è potuto servire a quindici anni di distanza. In realtà la com– prensi·one di quei fatti stessi, collocati in un quadro di assai·maggiore respiro e tanto piu ricco di particolari, appare qui del tutto nuova, in un giu– di.zio ormai meditato e maturo. Sicché queste due opere appaiono, si, nella stessa linea di ri·cerca, e anzi· due momenti necessari di· quel processo attra– verso i·l quale Salveminz· faceva i conti· con il fascismo italiano; ma appunto nel senso per cui al riconoscimento di un fenomeno e del modo in cui esso si manifesta, a quella descrizione di dati di fatto sui quali- Salvemini poteva in gran parte portare anche la sua esperienza di testi·mone fa seguito in un secon– do tempo una piu compiuta e mediata opera di rifiessione e di sistemazione. Non i·nganni però questa distinzione sommaria tra opera piu ,r politica" e _operapiu '"storica,'' a seconda di un punto di vista necessariamente legato anche alle circostanze. Non ci si· aspetti che il Salvemini "storico" sia un Salvemi.ni "disi.nteressato." L'insegnamento della storia egli lo ha sempre inteso come "strumento di libera educazione civile. " 22 È nel nome di quei principt civili e morali calpestati dalla dittatura fascista che Salvemini si fece storico del fascismo, ed è alla luce di questo impegno morale, in cui stori·a e politi.ca si incontrano, che questi scritti. di Salveminz· richiedono di essere letti' ed intesi. Roberto Vivarelli 22 Si vedano le lettere del s novembre e 2 dicembre 1925 al Rettore dell'Università di Firenze, in G. SALVEMINI, Memorie di mi f1ioruscito, cit., pp. 32 e 33 sgg. XII BiblotecaGino Bianco

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