Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

d'insieme del quadro di storia italiana in cui si inserisce il fenomeno fascista, e giunge a piena maturità un processo di comprensione delle forze e degli elementi che condizionarono la conquista fascista del potere. Le Lezioni furono redatte intorno al 1943, e nella loro composizione Salvemini si valse della collaborazione di Giorgio La Pz·ana. È un problema praticamente insolubile qz.1:ello di determi·nare i limiti precisi di" questa col– laborazione; la profonda amicizia che legava Salvemini e La, Piana,1 7 la loro continua vicinanza in quegli anni, il loro costante scambio di idee e opi– nioni (che trovò pratica attuazione nella composizione del What to do with Italy 18 ) sono tutti elementi che portano a far ritenere come indubbiamente rilevante la parte di La Piana, soprattutto come stimolo critico, in quel gene– rale processo di "'ripensamento" della storia d'Italia rispetto al fascismo, quale si dispiega nel quadro tracciato in queste Lezioni. Ma quanto alla stesura materiale del testo e alla parte vera e propria della ricerca (ad eccezione forse .dei capitoli che piu da vicino trattano delle questioni con la Chiesa) è da ritenere che il lavoro sia tutto di Salvemini. Difatti non solo_si ritrova qui, sia· pure ampiamente rielab01·ato,buona parte del materiale dei primi capitoli (primo e secondo) della Dittatura fascista in Italia, ma alcune delle idee direttrici di queste Lezioni sono già riscontrabili in pagine del 1922 19 : a testimonianza di un lungo lavorf.odi ricerca e di rifiessione sul fenomeno fascista, di· cui qui si dà la conclusione, e che Salvemini ha svolto da solo per lunghi anni. . . Come si è già avvertito, le Lezioni di Harvard non furono mai pub– blicate,20e ciò probabilmente fu dovuto al rapido succedersi degli eventi politici e al desz"deriodi Salvemini di poter torn:are sull'argomento, arric– chendo il testo di una maggi·ore documentazione, attraverso nuove- ricerche, ora che la via dell'Italia, con la fine della guerra e la caduta del fascismo, gli era nuovamente aperta. Ma esse hanno nondimeno un prèciso carattere di completezza, e già cos[ come sono erano pronte per la pubblicazione, come risulta anche da alcune ann_otazioniin margine al testo nella copia che Sal– vemini aveva presso di sé. 21 Rispetto a La dittatura fascista in Italia il carattere delle Lezioni di Harvard si presenta certamente diverso, sia nel taglio sia nel tono: il che è abbastanza naturale, considerate le diverse circostanze in cui le due opere sono nate. Innanzi tutto, mentre in quel suo primo libro Salvemini dedicava 1 r Cfr. Ibidem, p. 136. 1s G. SALVEMINI e G. LA PIANA, What to do with Itàly, Duell, Sloane and Pearce, New York, 1943; Gollancz, London, 1943; trad. ital., La s_orte dell'Italia, Roma, Firenze, Milano, Edizioni U., 1945. 19 Cfr. G. SALVEMINI, Diario degli anni 1922 e 1923, a cura di R. Vivarelli, I, "Il Mondo," 14 ottobre 1958, pp. 11-12. 20 Ne furono fatte delle copie a ciclostile, una delle quali è conservata presso la Widener Library della Harvard University. 21 Salvemini pensò di pubblicarle anche dopo il suo ritorno in Italia, e incaricò perciò il suo assistente, dott. Elfo Conti, della ricerca delle citazioni da fonti italiane. XI ·ibloteca Gino Bianco

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