Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello braio e marzo 1925 per diffamazione, mise in 1uce in modo particolare il carattere morale di questo dignitario fascista. Il marchese Luigi Ridolfì, uno dei dirigenti fascisti, testimoniò che, secondo le risultanze di un'inchiesta, egli aveva redatto un rapporto del quale si dà il seguente estratto: Bastonature quasi quotidiane .alla sede del Fascio di individui che venivano chia– mati per informazioni, tanto che spesso chi si recava al Fascio aveva il poco edificante spettacolo di chiazze di sangue lungo tutte le scale e sulle pareti. Tali bastonature in molti casi rivestivano carattere di vendetta personale e non di rappresaglie politiche. Una volta fu anche bastonato davavti alla sede del Fascio in Piazza Mentana un tale che veniva a iscriversi al Fascio, col pretesto che era stato in precedenza socialista. Tale bastonatura fu fatta in presenza di molti forestieri, che dalle finestre di una pensione prospiciente intervennero invocando che si cessasse. I fascisti presenti però non la intesero cosf, anzi sca– gliarono sassi contro le finestre degli spettatori e tentarono anche di invadere la pensione. 59 Un altro testimone, il dott. Pieraccini, depose di avere visitato due volte un tranviere, certo Parentini: ... Il tranviere Parentini era stato bastonato dai fascisti perché socialista. Il disgra– ziato presentava delle ecchimosi a strisce su tutta la parte posteriore della persona; si vedeva trattarsi di percosse inflitte con un bastone o con un nerbo. Era stato bastonato come non si bastona neanche una bestia! 11 Parentini gli raccontò che i fascisti lo ave– vano condotto alla sede del Fascio, ove lo avevano rovesciato bocconi sul dorso di una seggiola, non senza averlo prima denudato. Poi lo avevano bastonato con delle verghe. Era, come la raccontava il Parentini, una scena da Inquisizione. Uno dei piu accaniti bastonatori, gli disse a un certo punto: "Mi riconosci? Io sono il Tamburini! " (...) Gli domandai se conosceva il Tamburini, ed egli rispose affermativamente, perché aveva avuto occasione di vedere delle sue fotografie. 60 Parentini non confermò la deposizione di Pieraccini. Mentre un testi– mone stava deponendo a proposito di questa e di altre bastonature, Tam– burini protestò: Se si dovesse condannare un console per qualche bastonatura, m Italia dei consoli non se ne salverebbe uno. 61 Il giovane Amedeo Carcasci viene quindi a narrare di esser stato bastonato una sera davanti all'Alhambra dai fascisti, non sa per quale ragione, perché non si è mai occupato di politica. Tamburini a questo punto scatta: "Ma qui si fa il processo al fascismo! " Avv. Terra-Abrami (P.M.): "Lo avete voluto voi il processo; non fate ora delle osser– vazioni sulle indagini che voi stessi avete voluto! " (...) Il testimone prosegue a questo punto nella sua deposizione e dice che, quella sera, si trovava insieme a suo cognato, Ar– mando Mazzoni, il quale fu preso dai fascisti, caricato su di un'automobile e condotto alla sede del Fascio. [Qui c'era il Console· Tamburini, che espresse il suo rincrescimento per quanto era successo.] 62 La testimonianza di Mazzoni chiad quali fossero le conseguenze del rincrescimento di Tamburini. 69 Dal rapporto del marchese Ridolfi al direttorio del P.N.F. Roma, in. U. BANCHELL1,_ Fascisti di professione alla sbarra, Firenze, 1924, pp. 37-38. 60 " La Nazione, " 1 3 febbraio 192 5. 61 Cit. trad. 62 "La Nazione," 13 febbraio 1925 (citazione parzialmente trad.). 1 35 ·BiblotecaGinoBianco

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