Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello collo, sputacchiati e frustati tra le grida e gli insulti piu nauseanti; condotti fuori di città, furono messi sotto una forca e fustigati un'ultima volta. A Venezia, furono devastati i locali e gli uffici del giornale Il Gaz– zettino, lo studio dell'avvocato Cornoldi, gli studi degli ingegneri Samasso, Fano e Carli, e quello del commendator Grubisich. Il vicedirettore del Gazzettino, Stringari, il coni.mendator Grubisich e l'operaio Mondaini fu– rono frustati finché non fu visto scorrere il sangue. Tutti i circoli popolari cittadini, una quindicina in tutto, eccettuato uno, furono devastati. A Trento, i fascisti devastarono la sede dell'Azione Cattolica (sede delle organizzazioni popolari), gli uffici e la tipografia del giornale Nuovo Tren– tino, e la sede del Sindacato agrario industriale, che era il centro di tutte le cooperative popolari della zona. La cassaforte del sindacato fu vuotata. A Genova, le tipografie del giornale Il Lavoro furono completamente devastate. Ecco come l'azione è descritta dal fascistizzato Corriere della Sera, il 3 novembre 1926: Gli assalitori (...) abbatterono le porte, entrando nella redazione e nella tipografia, dove devastarono ogni cosa. Infine cosparsero di benzina e di petrolio i mobili ed il depo– sito della carta e vi appiccarono il fuoco. Quando accorsero i pompieri, l'incendio divampava già violento. I vigili del fuoco furono dapprima ostacolati nella loro opera dagli invasori; ma poi, protetti dalle truppe, poterono procedere al lavoro di estinzione. Le dodici linotypes del giornale furono distrutte e alle due rotative vennero asportati i pezzi piu importanti. Oltre agli uffici del Lavoro fu distrutto l'appartamento del signor Beccaro, proprietario del palazzo dove ha sede il giornale. Il giorno 3 novembre, i fascisti gettarono tutto il mobilio dell'abitazione dell'ex-deputato Francesco Rossi in mezzo alla strada, e dopo averlo co– sparso di benzina vi appiccarono il fuoco. Altrettanto fecero alle abitazioni del deputato Canepa, un ex-ministro, e dei signori Ansaldo, Uttini, Lotti, Raimondo, Faralli. Per le strade un imprecisato numero di persone ven– nero picchiate. A Forte dei Marmi, fu devastata la casa di campagna del conte Sforza, ex-ministro degli Esteri; libri, carte e oggetti di valore furono rubati. Coi mobili dei tre diversi piani, furono fatte tre cataste, vi fu gettato sopra del petrolio e vi. fu appiccato il fuoco. A Pesciano, presso Perugia, il deputato Oro Nobili fu rapito con una macchina e condotto in direzione di Todi. Lungo la strada sopraggiunsero altre due macchine cariche di fascisti, che lo tempestarono di botte e lo abbandonarono solo quando lo credettero morto. Fu trasportato all'ospedale di Todi in gravi condizioni. A Roma, i fascisti devastarono le sedi dei giornali Mondo, Risorgi– mento e Voce Repubblicana; la sede del partito socialista riformista, di quello massimalista, del partito repubblicano, la sede centrale della Confe– derazione internazionale dei trasporti; i locali della tipografia Morara, -~ le abitazioni dei giornalisti Cianca, Giannini, della signora Olga Lerda– Olberg, del generale Bencivenga, membro del Parlamento, del deputato ·sibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=