Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia una località ove si era eretta una forca. I fascisti gli misero un cappio in– torno al collo, lo sollevarono su uno sgabello e lo lasciarono cos{ per qual– che tempo, come se fossero stati per impiccarlo. Prima di lasciarlo andare, lo bastonarono quasi a morte. A Como, i fascisti si impossessarono di molti oppositori e gli dipinsero _ la faccia di tre colori. Tra le persone che dovettero subire questa vigliac– cheria, vi furono il proprietario di una fabbrica di orologi di Monte Olim– pino, il proprietario di un cementificio di Pontechiano, e il commendator Rosasco, uno dei piu importanti setaioli della regione. Le abitazioni del deputato Noseda, dell'avvocato Beltramini-Frontini, e del sacerdote Primo Noiana, furono saccheggiate. Quest'ultimo fu anche bastonato in modo grave. Le tre vittime furono tenute in prigione per tre giorni. A Sondrio, venne devastata l'abitazione del deputato Merizzi. A Brescia, gli stabilimenti tipografici del giornale Il 'Cittadino di Bre– scia, e la sede delle organizzazioni popolari furono devastati e dati alle fiamme: i danni ammontarono a 18.000 lire sterline. Il deputato Ducos venne fustigato. Il vescovo di Vicenza, durante la predica in Duomo, osò deplorare non soltanto l'attentato di per sé, ma anche le rappresaglie che ne erano seguite. I fascisti assediarono per diverse ore il palazzo episcopale, e dovettero essere dispersi da un distaccamento di militari. A Verona, il deputato popolare De Gasperi fu catturato in treno men– tre si stava recando da Milano a Trento, e venne condotto alla locale sede del Fascio. Qui i fascisti tentarono di strappargli una "ritrattazione" rego– larmente firmata del suo passato di antifascista. De Gasperi non mollò. Si pubblicò allora sulla stampa quotidiana una finta "ritrattazione. " La let– tera di protesta di De Gasperi non fu lasciata uscire. A Padova, i fascisti saccheggiarono la stamperia vescovile, la sinagoga e l'abitazione dell'avvocato Toffanin, e occuparono il circolo aristocratico Pedrocchi, "un covo di diffamazione antifascista." Nel giornale fascista locale si può leggere in data 3 novembre 1926 il seguente ukàse emanato dalla federazione fascista: È fatto divieto a tutti i fascisti di commentare in pubblico e in qualsiasi forma gli avvenimenti dei passati giorni pena l'espulsione. 39 A Treviso, i fascisti distrussero i locali· di proprietà del chimico Fanoli, gli studi degli avvocati Grollo e Visentini, l'officina industriale dei fratelli Ronfini, e la clinica del dottor Bergamo, deputato al Parlamento. Prima di appiccare il fuoco a quest'ultimo edificio, i fascisti trasferirono a forza i 40 pazienti all'ospedale cittadino: per la strada tre ammalati morirono. I fratelli Ronfini furono trascinati per le vie con delle corde intorno al 39 " La Provincia di Padova, " 3-4 novembre 1926. [N.d.C.] BiblotecaGino Bianco

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