Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello coraggio, veniva picchiato, arrestato, e la sua casa perquisita, in tutte le occa– sioni. Nell'aprile 1926, il questore gli disse: "Lei deve scegliere: o lasciare il paese o uccidersi. " Tra i feriti, una donna, Lucia Morini, fu colpita alla faccia con una seggiola mentre cercava di difendere il marito. A Bologna, nella notte dell' r r settembre, una squadra irruppe in casa dell'operaio Amedeo Faustini, e davanti agli occhi della madre, che era in ·età avanzata, lo picchiò in modo tale che mod il giorno dopo all'ospedale. Un altro antifascista fu assassinato dai fascisti a 'San Giovanni Persiceto (Bologna). A Modena, i fascisti saccheggiarono gli studi e le abitazioni private di quindici avvocati. Tra le distruzioni piu selvagge operate in questa occasione vanno ricordate quella dello studio dell'avvocato Pedrazzi, e dell'ex~eputato socialista Donati. Un cieco, Paolo Bentivoglio, nella cui casa avevano fatto irruzione i fascisti, fu costretto per salvarsi a scappare da una finestra, accom– pagnato dal padre ottantenne. A Livorno e a Trieste, i fascisti attaccarono il consolato francese. A Roma fu aggredito il viceconsole americano, e i fascisti devastarono le I sedi dei partiti socialisti massimalista e riformista. A Santa Marinella inva- sero la casa del deputato fascista dissidente Susi, e lo bastonarono .mentre era a letto. Altre bastonature si ebbero a Piacenza e ad Asti. In un villaggio slavo sul Carso (Loqua, presso Corniale), i fascisti attaccarono e devastarono una osteria, bastonando in modo selvaggio una dozzina di slavi. I disordini peggiori ebbero luogo a Trieste. Qui i fascisti da diverso tempo pretendevano che la vecchia "Società Filarmonica" cedesse loro i suoi bei locali. I soci della "Società Filarmonica" erano ricchi commer– cianti e uomini d'affari, fascisti quasi tutti, che non vedevano ragione al~ cuna per cedere la loro sede; foraggiavano i fascisti perché questi tenessero a posto gli operai, e non per esser messi fuori dai loro locali. Tuttavia, ecci– tati dal successo del loro attacco contro il consolato francese, i fascisti pen– sarono che questo fosse il momento buono per spuntarla con la " Filarmo– nica." Quindi, nella notte del 13 settembre, attaccarono l'edificio e ne pre– sero possesso. Ma, dato che la " Filarmonica " era proprietà delle classi triestine piu abbienti, intervennero i carabinieri, i quali, ricevuti dai fascisti a rivoltellate, risposero a colpi di moschetto. E prima che i fascisti potes– sero essere sloggiati, uno di essi fu ucciso ·e un altro gravemente ferito. Il giorno dopo (14 settembre), verso le 10 una squadra di circa cinquanta fascisti attaccò per rappresaglia la caserma dei carabinieri di Via Sanità, gettando due bombe contro l'ingresso e sparando un centinaio di colpi di revolver contro le finestre. La masnada irruppe dalla porta di ingresso, uccise brutalmente il carabinier~ Mario Grassi e fed il commissario di poli– zia Falcone e diversi altri carabinieri. Furono chiesti rinforzi, l'edificio ·fu circondato, e dopo una lotta accanita tutti i fascisti furono arrestati. Nello stesso tempo, un'altra squadra attaccò la questura, ma fu respinta. Altri 121 BiblotecaGino Bianco

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