Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia " Gli austnac1 mi mutilarono, gli italiani mi hanno ucciso. " Fu sottoposto alla lapara– tomia. Un proiettile al ventre gli aveva forato cinque volte l'intestino. (...) In quei tre giorni che passammo all'ospedale, in continua alternativa di disperazioni e di speranze, fummo sempre col timore che i fascisti di guardia alla salma del Luporini volessero fare altre rappresaglie contro il nostro caro moribondo. Dopo tre giorni di agonia straziante venne la morte. 27 L'ordine delle rappresaglie fu telefonato ai fascisti dei dintorni e dei co– muni limitrofi. 28 Nelle vicinanze di Ponte a Mensola, verso le 23, i fascisti si raccolsero davanti alla casa di un ex-capitano di fanteria, Fattirolli, comin– ciando a sparare contro le finestre. Fattirolli con un lenzuolo si calò dalla fine– stra in mezzo ai campi e scappò al piu vicino posto di polizia, chiedendo di essere arrestato e mettendosi cosf in salvo. Dato che l'insegna fascista bastava a coprire tutte le imprese che si com- • mettevano in suo nome, un gruppo di "eroi" aggredf la Villa Baldi, a Tre– spiano, lungo la Via Bolognese, abitazione della famiglia Pizzi - persone benestanti che poco si occupavano di politica e simpatizzavano piuttosto per il fascismo. Una gran parte di oggetti di valore vennero rubati. A Legnaia, una località della periferia di Firenze, i fascisti fecero venire alla finestra un comunista, il dott. Caparotta. Appena apparve, gli ordinarono di scendere, dicendo che avevano bisogno di lui; e siccome questi rifiutò, gli spararono contro, sfondarono la porta, invasero la casa e gli saccheggiarono la farmacia. Ma il dott. Caparotta era riuscito a scappare. A Badia a Ripoli, fu distrutto il Circolo cattolico e saccheggiata la casa di Ildebrando Ottavelli. A Tavarnelle la casa di un avvocato, tale Chiti, fu invasa e devastata. A piedi, egli riusd a scappare a Firenze. A San Baronto, la villa del gran maestro della Massoneria, Domizio Tor; rigiani, fu saccheggiata e data alle fiamme. Ad Arezzo, gli studi di due avvocati, Gatteschi e Morvidi, furono deva– stati, e il Gatteschi scampò la vita solo grazie all'intervento di un ufficiale dei carabinieri. Ad Anghiari, il medico condotto venne chiamato col pretesto che qualcuno stesse molto male, e picchiato quasi a morte. A Prato, lo studio di uno scultore, Amedeo Strobini, gli uffici del procuratore Prignani, i lavori _a stampa di Martino Martini, furono distrutti. A Montemurlo fu distrutta anche la cooperati va agricola. A Firenze, i disordini continuarono senza alcun controllo per tutta la mattina della domenica 4 ottobre, diminuendo durante il pomeriggio poco alla volta. Bande di fascisti e di delinquenti - i "biechi individui" della 27 "La Libertà," Parigi, 24 luglio 1927. [N.d.C.] 28 Al processo degli uccisori di Pilati e Consolo, tenuto alle Assise di Chieti, un ufficiale della milizia depose che la sera del 3 ottobre " numerosi gruppi fascisti della campagna erano accorsi con mezzi celeri a Firenze. " (" Corriere della Sera," 7 maggio 1927.) Ovviamente questa rapida concentrazione in città deve essere avvenuta in risposta a chiamate telefoniche del Fascio di Firenze. I n6 BiblotecaGino Bianco

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