Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista zn Italia una squadra di fascisti tempestò di fucilate la casa della signora Amelia Ros– selli, scrittrice, che per tutta la giornata del 15 luglio era stata in continua– zione meta di saccheggiatori. Altre squadre cercarono di irrompere nelle abi– tazioni dell'ex-deputato Frontini, del socialista Mariotti, che piu di una volta era già stato aggredito e bastonato, del dott. Gaetano Pieraccini, docente uni– versitario. La casa del deputato Baldesi fu saccheggiata, e non vi furono vit– time perché nessuno era in casa. Un socialista, Luciano Ferro, non fu altret– tanto fortunato. Scappò pei tetti con addosso il solo pigiama, mentre tutto quanto possedeva veniva distrutto dai fascisti. La sezione di accusa, nella sentenza del 30 novembre 1926, cosi ricostrui– sce in quella notte di terrore le imprese di una delle squadre: Un gruppo di circa quindici fascisti impossessatosi di due taxi obbligò gli aut1st1 a condurli in diverse parti della città. Dopo avere sfondato la porta del negozio di Raf– faele Busoni, lo invasero, ruppero e buttarono in istrada quel che c'era dentro e vi appic– carono il fuoco. I danni furono stimati a circa 170.000 lire. Alle ore 22 circa, dopo avere sfondato la porta dello studio dell'avvocato Corazzini, fracassarono il mobilio e si impos– sessarono dei libri e delle carte legali che bruciarono nella strada, facendo danni per oltre 3.000 lire. Poi si recarono in Via Boccaccio. I due taxi furono fatti fermare all'angolo della strada. Uno della banda usd, col revolver in mano, gridando ai fascisti del rione che erano là riuniti: " Andate e uccidete tutti i comunisti che trovate. " Un gruppo si. diresse alla casa del tranviere Ademaro Cozzi. Due uomini salirono alla sua abitazione intimando al Cozzi di scendere in strada. Il Cozzi, che era stato bastonato altre volte, rifiutò. Il fascista col quale stava parlando gli sparò a bruciapelo al petto; ma il portafoglio gli arrestò il colpo, che altrimenti, se non fosse stato per questo caso fortunato, avrebbe potuto ferirlo gravemente e anche ucciderlo. Dalla casa di Cozzi, la stessa banda passò al negozio del sarto Cardoso. Questo venne saccheggiato solo in parte, perché sopraggiunsero i carabinieri. Ma i fascisti ritornarono piu tardi e terminarono l'opera di distruzione, provocando danni per circa 180.000 lire. Poi irruppero nello studio dell 'avvocati Citi, posto al piano soprastante la sartoria, e distrussero mobilio e docu– menti legali per un valore di circa 15.000 lire. Una mezz'ora dopo la mezzanotte si presentarono alla casa dell'avvocato Consolo. 24 Egli aveva avuto un anticipo di violenza due ore prima; tre sconosciuti lo avevano, con pretesti, invitato ad uscire fuori di casa; lui si era rifiutato, e questi avevano sparato dei colpi di rivoltella contro le sue finestre. La polizia, chiamata per telefono, venne, lo informò di quanto avveniva in città, e lo lasciò, promettendo di tornare a proteggerlo non appena telefonasse. A quell'ora tarda, tutta la famiglia dormiva. Quando i violenti suoni del campanello e i colpi di revolver sparati contro le persiane dettero l'allarme, Consolo cercò invano di chiamare al telefono la polizia. 25 I fascisti irruppero nell'abitazione. La signora Consolo, con due bambini e la nipote, cercò di raggiungere il pianterreno, ma fu fermata per le scale da un gruppo di assalitori. La povera donna udf uno che gridava: " Cercatelo ovunque, e se non lo tro– vate uccidete tutti. " Lei si gettò in ginocchio implorando pietà per il marito, rivolgendosi specialmente a un uomo grosso che sembrava il capo. Questi dapprima sembrò. commosso. Poi disse: "Essi uccidono tanti dei nostri! " La signora Consolo fu spinta verso il ter– razzo e tenuta sotto gua_rdia mentre tre o quattro uomini salivano sopra cercando Con- 24 Nel maggio precedente, Consolo era stato arrestato sotto l'accusa di avere prestato aiuto nel distribuire il giornale antifascista " Non Mollare, " e rilasciato dopo quaranta giorni di detenzione. Ma se il giudice assolve, i fascisti uccidono. 25 Consolo riusci a telefonare al piu vicino posto di polizia per chiedere protezione. Ma i fascisti picchiavano alla porta. Lasciando il ricevitore del telefono sul tavolino, si nascose nella camera dei bambini, tra i due lettini. Il ricevitore del telefono trasmetteva automatica• mente alla stazione di polizia ogni rumore che veniva fatto e ogni parola che veniva detta. 114 BiblotecaGino Bianco

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