Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello bastonature si svolsero su larga scala, e continuarono sporadicamente durante i giorni seguenti. 21 Le squadre di manganellatori erano capitanate dal diret– tore del giornale fascista locale, Battaglie Fasciste, e da tre membri del diret– torio fascista fiorentino. Nel pomeriggio del 3 o~tobre, dopo quattro giorni di una tregua quasi completa, una squadra di fascisti guidata da Luporini, uno dei tre membri del direttorio del Fascio, si recò all'abitazione del massone Bandinelli, che il giorno prima era stato bastonato dai fascisti. Quanto accadde a questo punto non è chiaro. La Nazione del 6 ottobre disse prudentemente che "alcune cir– costanze sono ancora dubbie; informazioni su questo punto non sono forse molto precise. " Ma tenendo presenti quali erano i consueti metodi di persua– sione dei fascisti, si può immaginare facilmente come la discussione debba esser subito degenerata in randellate. Un altro massone, Becciolini, che era presente, tirò fuori il revolver e fece fuoco contro i fascisti uccidendo Lupo– rini e ferendone un altro. Subito egli fu malmenato, ficcato in una macchina, trascinato alla federazione provinciale fascista, poi ricondotto mezzo morto dalle bastonate innanzi alla casa di Bandinelli, e qui crivellato di pallottole. La casa di Bandinelli fu saccheggiata. 22 Due ore dopo questa immediata vendetta, furono riprese rappresaglie su larga scala contro persone che non avevano relazione alcuna con l'incidente in questione. I fascisti fecero ripulisti nelle strade del centro, bastonando alla cieca tutti quelli che incontravano. I caffè furono costretti a chiudere, i teatri furono invasi e gli spettacoli interrotti. Poco dopo le 22 incominciò l'opera di distruzione. Gli studi di tredici avvocati e di un ragioniere, una sartoria e sette botteghe furono messe a sacco - tutto questo, per la piu parte, nel centro di Firenze, poco distante dalla prefettura, dalla questura, dalle caserme dei carabinieri. I mobili furon gettati nelle strade e dati alle fiamme: dalle colline intorno a Firenze si vedevano levarsi colonne di fumo. Molti dei par– tecipanti alle devastazioni si abbandonarono ad atti di saccheggio indiscrimi– nati. La Nazione del 6 ottobre cosi'.scrive: Questi biechi individui che si trovano ai margini di ogni grande partito si abban– donarono a quegli eccessi che le autorità fasciste sono sempre le prime a deplorare. 23 Un'ora piu tardi, venne il turno delle abitazioni privat~. In Via Giusti, rono trattati come nemici, e a loro volta i gesuiti svolsero in tutto il mondo 'Una propaganda priva di scrupoli in favore del fascismo. . 21 Si vedano i giornali fiorentini " Battaglie Fasciste, " 25 settembre e 3 ottobre; " La Nazione, " 27, 28, 29 settembre; "Nuovo Giornale, " 30 settembre. . . 22 I resoconti inviati all'estero dalle agenzie italiane semi-ufficiali non dicono mente d1 quanto era accaduto alla fine di settembre, e di quel che faceva Luporini sul luogo ove venne ucciso. La sua morte fu presentata come la conseguenza di una imboscata tesa dai " comu– nisti." I comunisti non c'entravano affatto, ma in tal niodo la falsa luce in cui veniva mo– strata la cosa serviva a giustificare le " rappresaglie " successive. L'aspetto peggiore dell~ mentalità fascista è che questo genere di falsificazione viene commesso con un certo grado d1 buona fede· poiché secondo le idee fasciste, i non-fascisti non hanno diritti. Essi devono obbe– dire e rim~nersene' in pace. I fascisti hanno diritto di bastonare, ferire,. in~ultare, inva_dere _i domicili privati e dare ordini illegali. Coloro che resistono sono colpevoli d1 " provocazione, " e si espongono alle " legittime rappresaglie. " 28 Cit. trad. Jl3 BiblotecaGinoBianco

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