Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello 3. "Fascistopoli." Dopo l'assassinio di Matteotti (giugno 1924), dato che le operazioni contro singoli individui si dimostravano insufficienti per ridurre gli oppo– sitori al silenzio, i fascisti ripresero le operazioni su larga scala. Siamo nel dicembre del 1924. La scena si svolge a Firenze, "Fascisto– p~li_" come viene chiamata, essendo il luogo favorito delle imprese delle ca– m1c1enere. Il 30 dicembre 1924, venne diramato a Firenze un avviso di convoca– zione per il giorno seguente di tutti i fascisti per una " mobilitazione " gene– rale. Durante la notte la polizia operò tra gli antifascisti centinaia di perqui– sizioni e di arresti. Il 31 dicembre, sin dalle prime ore del mattino, vi fu un continuo andare e venire di automobili e camions carichi di fascisti, che in– neggiavano al Duce e gridavano minacce contro gli oppositori. I coman– danti della milizia e i gerarchi del partito si recarono in visita nelle località dei dintorni, dove controllarono l'andamento della mobilitazione e la distri– buzione delle armi. Da tutta la Toscana e dalle provincie anche piu lontane, la città si riempf di squadristi che in treno si riversavano a Firenze; la mi– lizia era inquadrata militarmente, e le squadre erano armate con fucili da caccia, manganelli e forconi. In prefettura, il prefetto, il questore e alcuni de– putati fascisti, insieme agli esponenti piu in vista del partito, presero disposi– zioni per la dimostrazione del pomeriggio. In tutti i quartieri cittadini vi fu un largo spiegamento di forze, e autocarri comunali furono caricati con armi e mumz1om. Alle 2 del pomeriggio, il sindaco della città tenne un comizio in Piazza Santa Maria Novella. La folla di camicie nere recava cartelli con scritte come "Basta con l'opposizione!" e "Duce! Scioglici le mani!"; oppure, infi– late tra i denti dei forconi, "Questo è per i nostri avversari!" Terminati i discorsi, si formò un corteo che si mise in marcia attraverso la città, con in testa il sindaco e il comandante generale della milizia per la Toscana. Agli ordini di un console della milizia, una colonna si distaccò dal corteo dirigendosi verso gli uffici del Nuovo Giornale in Via Faenza. A guardia· del– l'edificio era un plotone di soldati e di carabinieri, che sbarravano tutte le vie ·di accesso. Queste forze regolari sàrebhero state certamente sufficienti contro poche dozzine di fascisti, ma avevano ordine di non opporre resistenza. I fa- ' scisti attraversarono il cordone e penetrarono nell'edificio. Quanti vi si tro– vavano al lavoro cercarono una via di scampo nella fuga. Mobili e fasci di giornali furono scaraventati dalle finestre e bruciati in mezzo alla strada. Altri mobili furono bruciati anche all'interno dell'edificio. I. locali della tipogra– fia furono invasi, le linotypes devastate, svuotati i_contenitori dei caratteri, fatti a pezzi i tavoli; grandi rotoli di carta furono gettati nel cortile, imbevuti di ben– zina e dati alle fiamme. I fascisti impedirono ai pompieri l'ingresso in Via Faen– za. Fu distrutta ogni cosa. I danni ammontarono a quasi due milioni di lire.. Nello stesso tempo,· altre colonne di fascisti saccheggiavano il "Circolo III -Bibloteca Gino Bianco

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