Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista tn Italia con ingorgo della ghiandola retromastoidea, e un'altra al labbro superiore (...). L'aggres– sione, evidentemente predisposta e sul cui movente di natura essenzialmente politica non fu mai dubitato, poteva avere conseguenza piu grave, in ispecie nei riguardi del capitano Forni, cui era in particolare rivolta, quale uno dei principali esponenti del dissidentismo fascista in Lomellina, se questi, avvalendosi della sua eccezionale resistenza fisica, non avesse opposto vigorosa reazione. 13 Un altro candidato, Antonio Piccinini, non ebbe la medesima capacità di resistenza; era debole e di poca salute. Il seguente resoconto del delitto di cui rimase vittima è tratto dalla sentenza della sezione d'accusa che rinviava a giudizio gli imputati: Verso le 20,30 del 28 feb. 1924, mentre il Piccinini trovavasi m casa ed era in– tento ad illustrare alle sue due bambine - Renata di anni 9 e Bruna di poco piu di due. anni - le figure di un libro, fu bussato alla porta. Entrò un giovane sui 19 anni, dal– l'aria civile, col cappello calato sugli occhi. Egli invitò - a nome del rag. Carboni - il Piccinini ad uscire con lui (...). Il povero Piccinini fece osservare che egli non aveva rappurto alcuno col rag. Carboni. L'altro, nervoso, insistette (...) intimando al Piccinini di seguirlo cosi com'era, senza cappello e senza pastrano. La moglie e la bambina mag– giore del Piccinini, intimorite, scoppiarono a piangere. " Devo almeno sapere dove mi conducete, " replicò ancora il Piccinini che intanto si era infilato il pastrano. "Via, via, non vogliamo scenate, " rispose lo sconosciuto, e lo afferrò per le braccia traendolo fuori. Giunto sul largo viale che unisce la provinciale con la stazione della Reggio-Ciano, il gruppo si diresse dalla parte opposta (...) fermandosi al principio di un viottolo (...). Alcuni colpi di rivoltella, delle grida, un'ultima invocazione di pietà, poi il silenzio (...). Solo al mattino alle 4 venne trovato il cadavere. (...) Dall'autopsia del cadavere risultò che contro costui erano stati esplosi quattro colpi d'arma da fuoco, tre dei quali lo rag– giunsero.14 Giacomo Matteotti nel suo libro, Un anno di dominazione fascista, spende quarantadue pagine in ottavo per elencare in forma sommaria le aggressioni commesse dal novembre 1922 all'ottobre 1923: vi figurano piu di 2.000 casi di assassin1, ferimenti di maggiore o minore gravità, bastonature, sommini– strazione forzata di olio di ricino, decreti di messa al bando, sequestro illegale di giornali dati alle fiamme, devastazioni di abitazioni private e uffici, ecc. 15 Gli atti di violenza commessi solamente durante la campagna elettorale del 1924 riempirono da soli un libro di 213 pagine. 16 L'assassinio del deputato Giacomo Matteotti appartiene al tipo di opera– zioni progettate per terrorizzare gli oppositori e soffocare alla Camera qual– siasi voce discorde. 13 Si veda il volume La Ricostruzione fascista, Milano, Corbaccio, 1925, pp. I 57-58. 14 Dal riassunto della sentenza della sezione d'accusa, " La Giustizia, " 11 ottobre 192 5. [N.d.C.] 15 Negli ultimi mesi del 1922 e nella prima metà del 1923, una delle forme piu vili di violenza fu quella di costringere gli antifascisti a bere l'olio di ricino. Questa abitudine era tanto vergognosa che gli stessi capi fascisti sentirono il dovere di porvi fine. Avendo ricevuto ordine di svegliarsi, i magistrati riaprirono gli occhi, condannarono alcuni dei colpevoli, e cosi questa disgrazia ebbe termine in Italia. Ma continua ancora nel Dodecaneso, a quanto dice una corrispondenza da Atene al "Manchester Guardian," del 16 novembre 1926. Luigi Vil– lari (The Fascist Experiment, cit., p. 39) trova questa forma di violenza del tutto naturale, " un caratteristico strumento punitivo: una vera novità nella lotta delle fazioni. " Ciò dà la misura dell'abisso morale e intellettuale in cui sono caduti in Italia tanti altri fascisti dei ceti abbienti. 16 La libertà di voto sotto il dominio fascista; come il fascismo conquistò la maggioranza nelle elezioni del 6 aprile 1924, Roma, Tipografia Italiana, 1924. rro BiblotecaGino Bianco

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