Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello Il 22 novembre 1922, in risposta ad una lagnanza del presidente della Camera, De Nicola, perché molti deputati erano stati obbligati dai fascisti ad abbandonare i loro collegi, Mussolini gli dette assicurazione che erano stati diramati ordini per l'immediato ritiro di tali bandi. 8 Uno dei primi deputati ad apprendere quanto fosse pericoloso negare la piena ed assoluta approvazione all'opera del regime fascista fu un dissidente fascista, Misuri. La sera del 29 maggio 1923, egli fu bastonato quasi a morte per aver osato pronunciare alla Camera un discorso, in cui criticava non per– sonalmente il "Duce," ma alcuni dei suoi piu vicini collaboratori. . . Io. avevo in animo - dichiarò Misuri all'Informatore della Stampa - di denun– ziare pubblicamente e riassuntivamente tutto ciò che ero venuto rilevando nell'interno del partito. (...) Né volli trascurare di compiere un ultimo atto di deferenza e di devo– zione all'on. Mussolini, facendolo avvertire per mezzo degli on. Pinzi e Buttafochi di questo mio intendimento. (...) Il Buttafochi rifed al Presidente e ritornò da me per dir– mi: " Ha 'detto il Presidente che se tu parli ti farà arrestare. " " Quando è cosi di al Presidente che fra me e lui c'è lo Statuto. Io farò il mio dovere di deputato. " (...) Non essendo giovata l'intimidazione precedente, per il giorno successivo fu organizzata dalla nota cricca l'aggressione. ( ...) Ricordo intanto che la Giunta esecutiva del partito, nell'espel– lermi alcuni giorni innanzi, in un comunicato ufficiale minacciava " altre sanzioni piu dure. " Tali sanzioni, oltre l'espulsione, non potevano essere che le deplorate sanzioni illegali. L'aggressione contro di me fu consumata da una squadra fascista bolognese ca– peggiata dal seniore Bonaccorsi, e della quale facevano parte anche tali Sansoni e Nobili, i quali mi seguirono passo a passo su di un'automobile che di solito stazionava nel cor– tile del Palazzo Viminale. 9 La sera del 29 novembre 1923, i fascisti invasero e devastarono la casa dell'ex presidente del Consiglio, Nitti, a Roma. Durante la devastazione spari 4 rono biancheria, vestiti, argenteria, scarpe e perfino una macchina da scrivere. Il giornale fascista Corriere Sabino del 30 novembre dà la seguente descrizione dell'impresa: Ieri alle 19 circa, un 500 fascisti si riunivano non senza· audacia, davanti alla abi– tazione di Nitti. Alcune centinaia dei piu eccitati cominciarono a sparare contro la villa, e due gruppi compatti si davano ad attaccare la cancellata. Alcuni poliziotti accorsi furono fatti allontanare dalla folla, e uno di questi si recò a informare dei fatti il Commissa– riato. Nel frattempo i fascisti irruppero all'interno dell'edificio fracassando a colpi di bastone le finestre del pianterreno e sempre continuando a sparare. Inutilmente il gruppo penetrato all'interno della casa fece ricerca di Nitti. Il segretario politico del Fascio ro– mano ha dichiarato che la capitale non può tollerare l'affronto della presenza di Nitti, . e che domani il fascismo di tutta Italia apprenderà la notizia che i giorni della battaglia -per la quale tutti attendono preparati e risoluti sono forse vicini. 10 Giovanni Amendola, ex-ministro (che in Inghilterra sarebbe stato un seguace di Baldwin), ricevette cinque "lezioni" consecutive. La prima gli fu 8 L. VILLARI, The Awakening of Italy, cit., p. 190. 9 "Corriere della Sera," 20 giugno 1924. [N.d.C.] 10 [Cit. trad.] Giunta, segretario generale del partito fascista, in un discorso tenuto a Roma il 1 dicembre 19'23, cosi alludeva a questo fatto: "Non è il caso di protestare, come fanno gli oppositori, per la dimostrazioncella di ieri sera contro Nitti, quando c'è un Uomo che dalla mattina alla sera lavora indefessamente per il bene della Patria. " (" Popolo d'Italia, " 2 di– cembre 1923. [N.d.C.]) Logica ammirevole! Si deve supporre che Sir Ernest Benn ignorasse-. questo fatto, quando rimproverò Nitti per avere abbandonato il suo paese (" Star, " 6 aprile 1926). 107 s·iblotecaGinoBianco

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