Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il regno del manganello Le prime misure furono dirette al ristabilimento dell'ordine pubblico. "Le dispute e i conflitti che si verificano tutte le domeniche (affermò Mussolini in una circolare ai prefetti) con il loro seguit~ di morti e feriti che disonorano il paese, devono assoluta– mente cessare "; e infatti cessarono... I fascisti non avevano piu scuse per commettere rappresaglie. 1 Questa è la leggenda. La storia è molto diversa. r. Le rappresaglie su larga scala. Nella notte del 17 dicembre 1922, a Torino, città di 400.000 abitanti, un fornaio, che era stato anarchico ed era poi divenuto fascista, chiese ad alcuni dei suoi amici fascisti di " dare una lezione " a un giovane che avrebbe indotto le sue due figlie, minorenni tutt'e due, ad abbandonare la casa. I fascisti assalirono il giovane ed ebbe luogo un combattimento disperatò nel quale si fece uso delle rivoltelle. Dopo essere stato ferito alle gambe, il giovane uccise due dei suoi aggressori. Con il pretesto di vendicare i loro camerati morti, ma in realtà allo scopo di affermare il loro potere sopra una città del tutto antifascista, i capi del Fascio di Torino, la mattina del 18 dicembre, ordinarono una mobilitazione fascista per ese– guire azioni di rappresaglia. Verso mezzogiorno un gruppo di fascisti si impossessò della ~ede cen– trale della Camera del lavoro e con una bomba incendiaria dette fuoco all' e– dificio. Un operaio, il segretario dei metallurgici, che non aveva abbando– nato il campo, fu legato e trascinato dietro un camion, e il suo cadavere de– formato e irriconoscibile abbandonato nella strada. Contemporaneamente, un'altra squadra si presentò all'ingresso degli uffici delle Ferrovie dello Stato, mentre gli impiegati stavano uscendo per andare a cena, furono fermati due uomini e costretti a salire sulla macchina dei fa– scisti. Lungo la strada, uno dei due uomini fu messo in libertà; l'altro, il se– gretario della sezione torinese del sindacato ferrovieri, fu portato in aperta campagna e ucciso a revolverate. Altri due lavoratori, Zurletti e Pochettino, furono prelevati da un'altra macchina alle loro abitazioni, mentre erano a cena, e condotti fuori città: uno fu ucciso e l'altro ferito gravemente e abban– donato perché creduto morto. Per Chiolero, un tranvie~e, e Anicono, un fer– roviere, si usQrono anche meno cerimonie. Il primo fu trovato a tavola, e fu ucciso con un colpo di rivoltella davanti alla moglie e al bambino; il secondo fu costretto a levàrsi dal letto e scendere nella strada, dove fu ucciso: sua moglie e il suo bambino furono fatti uscire di casa nella notte, e il mobilio fu gettato dalle finestre, cosparso di benzina e bruciato. Un altro operaio, Tarizzo, fu svegliato, condotto in campagna e· ucciso con un colpo di manga– nello che gli spaccò il cranio in due. Un altro opera10, Chiomo, accortosi m 1 L. VILLARI, The Awakening of ltaly, cit., p. 190. ;sibloteca Gino Bianco

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