Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Come nacque la dittatura gabinetto. Subito si accorsero che avevano puntato sul cavallo perdente. I fa– scisti, che in vista dello stato d'assedio erano stati presi dal panico, riacqui– starono subito la loro spavalderia non appena ne venne annunciata la revoca. Tutto il paese ebbe l'impressione di un irresistibile trionfo fascista. Sino a mezzanottcJPe un quarto Mussolini avrebbe potuto essere trattato com.e un subalterno; dopo quest'ora il subalterno era diventato padrone. Il Re tentò per un'altra giornata (29 ottobre) di trovare un presidente del Consiglio che non fosse Mussolini. Ma rifiutandosi di firmare il decreto di stato d'assedio si era da se stesso disarmato. Da ogni parte d'Italia migliaia di camicie nere prendevano d'assalto i treni senza pagare il biglietto, e cosi "marciavano" su Roma. Di ora in ora cresceva il numero dei fascisti che con– vergevano a Roma. La repressione che sarebbe stata facile la mattina del 28, era divenuta impossibile il pomeriggio del 29. La paura del Re era che Mus– solini, invadendo la capitale alla testa di quella folla ribelle, proclamasse la repubblica. Quindi, per avere a portata di mano un'altra forza irre– golare da opporre ai fascisti in caso di bisogno, i nazionalisti e le autorità militari assoldarono uomini in tutta fretta nei quartieri piu malfamati della capitale e altri ne fecero raccogliere da camions ·inviati nelle campagne in– torno alla città. A questi mercenari furono distribuite camicie azzurre (la di– visa dei nazionalisti), mentre si cercava di trattenere i fascisti il piu a lungo possibile nei dintorni della città: Nella notte del 29 ottobre, non trovando nes– suno capace di mettere da parte Mussolini, il Re gli telegrafò di venire a Ro– ma e formare il gabinetto. Cosi anche Mussolini, nella notte del 30 ottobre, "marciò su Roma" in vagone letto. Un vecchio prelato romano, Monsignor di Bisogno, che era a Roma accanto a Pio IX il 20 settembre 1870, quando le truppe italiane occuparono la città, mettendo fine al potere temporale del Papa, commentò la "marcia su Roma" con questa frase degna di Tacito: "Noi, Roma nel 1870 l'abbiamo difesa meglio." 135 Nel 1870 le truppe italiane persero circa venti uomini prima che la guarnigione papalina si arrendesse. Non ci fu nessuna rivoluzione, come si è preteso di far credere, ma un colpo di stato, messo su come se si trattasse di una sollevazione spontanea di " camicie nere, " ma in realtà condotto da una " mano nera " militare. Que– sto colpo di stato non fu diretto contro il bolscevismo, ma contro la Camera dei deputati e contro il Re. Da quel 1nomento in Italia non vi sono piu state istituzioni libere e rappresentative, ma al loro posto una dittatura. Da quel momento l'Italia non ha avuto piu un Re, ma soltanto un "png10mero di guerra " col titolo di Re. 135 UGO 0JETTI, Cose viste, vol.· I, Milano, Treves, 1923, p. z65. 101 · BiblotecaGino Bianco

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