Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatm·a fascista in Italia Nel discorso tenuto da Mussolini a Napoli il 24 ottobre 1922, subito pri– ma della " marcia su Roma, " non vi è una sola parola che abbia a che fare col " bolscevismo "; tutte le sue saette furono scagliate contro la democrazia. Nel proclama con il quale il quadrumvirato fascista annunciava la "marcia su Roma," fu il Parlamento e non il "bolscevismo" ad esser preso di mira. La " marcia su Roma " fu progettata, non per porre fine alla paralisi parla– mentare, ma per impedire che la paralisi parlamentare si risolvesse in un mi– nistero di coalizione di sinistra, che avrebbe scompaginato i piani della "ma– no nera." Se una coalizione di destra avesse potuto impadronirsi del governo secondo la prassi parlamentare, la manovra non sarebbe stata mai progettata. 118 Nel settembre ed ottobre 1922, Mussolini era in contatto nello stesso tempo con i leaders parlamentari della destra e della sinistra, pronto a get-· tarsi dalla parte di quel gruppo che fosse stato disposto a garantire a lui e ai suoi amici il maggior numero di posti nel ministero. L'unica cosa che gli stava a cuore era di non essere lasciato fuori da nessuna combinazione. Gli altri leaders del suo partito, tra i quali erano gli agenti della "mano nera" militare, volevano un gabinetto in cui la presidenza fosse data a Salandra e dove Mussolini e i suoi amici occupassero soltanto una posizione subordinata. Nessuno di coloro che misero in moto il movimento previde che si sa– rebbe concluso con un gabinetto presieduto da Mussolini. Questo fu il risul– tato inaspettato di circostanze impreviste. 10. La "marcia su Roma." La leggenda della "marcia su Roma " è stata trascritta nel modo se– guente da Sir Percival Phillips, inviato speciale del Daily Mail: Fu una marcia di poveri contadini, alcuni dei quali per la prima volta vedevano una grande città, e di operai provenienti da cantieri ed officine, mescolati con elementi sociali diversi, tutti che reclamavano libertà. Quasi 120.000 uomini armati, tutti uomini fedeli, tutti pensosi solamente del bene del paese e pronti a mettere le loro persone in disparte, raccolti alle porte di Roma. Essi, come le legioni di un tempo, arrivarono in coorti, in centurie comandate da centurioni, in manipoli, o in gruppi che recavano nomi resi famosi dalle loro imprese. I particolari della ultima campagna militare che doveva rovesciare il governo in · carica furono definiti in una riunione dei capi tenuta da Mussolini a Milano il 6 ottobre. Un'altra riunione militare fu tenuta a Firenze il 15 ottobre. Un rapporto tra Mussolini e i suoi capi fu tenuto all'Hotel Vesuvio di Napoli la notte del 24 ottobre, e in tale occasione fu deciso di aprire negoziati con il governo, perché questo trasferisse i suoi poteri ai fascisti entro le quarantott'ore, altrimenti le legioni avrebbero marciato sulla 118 Sin dall'estate del 1921 si parlava di una collaborazione tra popolari, socialisti rifor– misti, e liberali per " metter fine all'imperio del bastone fascista. " Luigi Fabbri (La contro– rivoluzione preventiva, cit., pp. 83-84) notava in proposito: " A meno che questo fatto, indubbia– mente temuto dalle caste militaresche e piu parassitarie, non provochi subito un qualche colpo di stato, un pronunciamento militare, una violenta levata di scudi del fascismo e del milita• rismo di carattere anticostituzionale, reazionario ed antiparlamentare. " Che è esattamente quanto accadde nell'ottobre 1922. BiblotecaGino Bianco

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