Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Come nacque la dittatura 1919 e il 1922 continuarono a dare il loro· gettito. Il governo fascista portò in fondo il lavoro dei governi precedenti, raccogliendo i frutti di quanto gli altri avevano seminato. Già nel dicembre 1921, Mortara prevedeva che il deficit del bilancio sarebbe venuto a cessare nel 1923-24: Le condizioni delle pubbliche finanze - scriveva - benché ancora tutt'altro che liete, sono meno minacciose oggi, .che alla fine del 1920. Il disavanzo è già molto dimi– nuito nell'esercizio in corso, diminuirà maggiormente nel prossimo e sarà forse eliminato nel successivo. 112 Nel discorso alla Camera del 12 luglio 1922, il ministro delle Finanze Peano, preannunciò un deficit di 4.000 milioni di lire per il prossimo anno fiscale. Considerando che il deficit era stato di 22,7 miliardi nel 1918-19, di 17 miliardi nel 1920-21, e di 15 miliardi nel 1921-22, ci si può rendere conto delle difficoltà superate e dell'importanza di questo risultato. Gli scogli piu pericolosi per la finanza italiana erano stati felicemente superati. Nello stesso discorso del 12 luglio 1922, Peano fece la seguente dichia– raz10ne: L'Italia già molto fece affrontando i piu gravi sacrifici per il rinnovamento della propria finanza; e che ciò sia riconosciuto, e che nei maggiori centri finanziari del mondo non si considerino con preoccupazione le condizioni finanziarie ed ecopomiche nostre, apparisce dal fatto stesso che ripetute offerte di prestiti ci sono pervenute da gruppi ban– cari di primissimo ordine cosi di Inghilterra come di America. E se, per far fronte ai bisogni dello Stato, il Governo non ha creduto di accettare le offerte, per non aggravare con debiti verso l'estero la nostra bilancia commerciale, e per il nostro principio aes alienum aeterna servitus, ha però accolto favorevolmente tali iniziative, in quanto offrono nuovi capitali all'attività privata. 113 Secondo la " propaganda " fascista, quando il ministro delle Finanze fece questa dichiarazione, l'Italia era sull'orlo del fallimento. La grande colpa dei governi prefascisti fu che questi erano abituati a parlare con calma senza roteare gli occhi e digrignare i denti. Quando i fascisti andarono al governo, la situazione economica del paese, secondo il Mortara, era la seguente: Nonostante' tutti gli ostacoli, e nonostante i turbamenti politici che hanno preceduto la pacifica rivoluzione d'ottobre, l'attività economica del paese si è andata intensificando nel corso dell'anno. Si lavora con maggior fede nell'avvenire, e in modo continuo e rego– lare. L'industria agricola, ad onta della povertà dei raccolti, è riuscita a tener vive alcune notevoli correnti d'esportazione, a rianimarne altre; l'industria zootecnica, insidiata dalla siccità estiva, è rimasta in discrete condizioni. (...) L'industria elettrica è tornata in effi– cienza (...). Le industrie trasformatrici delle materie prime sono quasi tutte in progresso (...). Continuano a prosperare le industrie trasformatrici dei prodotti agricoli e pastorali (...). Possono dirsi buone le condizioni dell'industria cotoniera, soddisfacenti quelle della laniera e della serica, discrete le sorti delle minori industrie tessili. L'industria siderurgica è tuttora depressa (...). Fra le industrie meccaniche (...) rifioriscono quei rami che sono in grado di recare piu copiosi frutti; altri vegetano fiaccamente; altri minacciano di appas- m G. MORTARA, Prospettive economiche, I922, cit., p. xx. 118 Atti Parlamentari, .Camera dei deputati. Discussioni, Sessione 1921-1922, voi. VIII, p. 7961. [N.d.C.] 93 · BiblotecaGino Bianco

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