Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

_Come nacque la dittatura La presente crisi (...) si è venuta delineando ben decisa sul mercato mondiale lungo la seconda metà dell'anno 1920 e annuncia per il tempo prossimo vicende dolorose e gravi difficoltà economiche. (...) La crisi si è iniziata nella primavera scorsa nel Giap– pone e si è propagata via via m tutto il tnondo (...). Il tempo prossimo si annuncia assai difficile. 92 Durante l'inverno 1921-22, la crisi generale fu aggravata. da gravi diffi– coltà locali neUe industrie elettriche. Ciò fu il risultato di una eccezionale sic– cità, che esaud le riserve di energia idrica. 93 Nonostante tale crisi, la vita economica italiana alla fine del 1920 mo– strava di essere in ripresa. Nel dicembre 1921, Giorgio ·Mortara cosf scriveva: L'Italia ha sensibilmente migliorato le sue condizioni nel corso del 1921 ( ••. ). Che l'Italia stia in un letto di rose, sarebbe temerario sostenere; tuttavia, ricordando gli osta– coli superati ieri, si possono guardare senza soverchio timore le difficoltà di oggi. L'in– dustria agricola, fondamento della nostra economia, appare nettamente avviata verso le condizioni normali; (...) quella profonda depressione, che è stata conseguenza della guerra, è superata. Non meno confortanti, forse anche migliori, sono le condizioni dell'industria zootecnica. L'industria mineraria si risente della depressione industriale estera ed interna: alcuni suoi rami tuttavia si mantehgono attivi. (...) Meglio resistono alla riduzione della domanda le industrie tessili, che nel loro complesso costituiscono il ramo piu poderoso e piu vitale delle industrie trasformatrici italiane. Agili nella ricerca dei nuovi sbocchi e pronte nell'adattamento della produzione ai gusti dei mercati, come hanno attraversato senza eccessiva espansione il periodo bellico, cosf superano senza eccessiva restrizioue questi anni di laborioso assestamento. Reggono bene anche le industrie alimentari (...). A molte di esse il mercato nazionale consente largo smercio di prodotti (...). L'industria elettrica è in via d'espansione (...). La produzione d'energia è inferiore alla domanda; sotto l'im– pulso del bisogno si riprendono piu attivamente le opere per il migliore sfruttamento delle acque d'Italia. L'industria edilizia e quelle che la provvedono di materiali da costruzione vegetano ancora fiaccamente, non essendo del tutto rimosse, benché siano atte– nuate, le difficoltà che le hanno paralizzate negli scorsi anni. Alcuni rami dell'industria meccanica si mantengono vivacemente attivi, o per energia propria - come l'industria dell'automobile - o col sussidio di commesse governative - come quelle che provve– dono alla costruzione ed ai restauri del materiale ferroviario. Le industrie -che piu lan– guono sono quelle, che, nate o cresciute durante la guerra, avevano assunto (...) una fit– tizia apparenza di rigoglio (...). Col ritorno a condizioni meno anormali, organi che furono utili o necessari divengono parassitari o superflui, o sproporzionati al bisogno (...). Le eliminazioni e le restrizioni di siffatti organi (...) si attuano oggi, ma apparivano già fatali dal giorno dell'armistizio. (...) In complesso, la depressione delle industrie trasfor– matrici di materie prime appare grave e diffusa anche in Italia, ma è ben lontana dal raggiungere l'intensità e l'estensione che ha toccato nei maggiori paesi industriali, come gli Stati Uniti e il Regno Unito. Le condizioni dei mezzi di comunicazione terrestri sono sensibilmente migliorate (...). La flotta mercantile si è accresciuta (...). Nei porti le cose, senza andar bene, vanno un po' meno peggio. Il disagio di parecchie industrie nazionali ha determinato una estesa disoccupazione (...). A questo fenomeno sconfortante fa ri– scontro, nel campo del lavoro, il fatto confortante della maggior continuità e del maggior rendimento delle opere manuali. (...) Una buona fonte di speranze per l'avvenire econo– mico dell'Italia sta nell'andamento degli scambi economici con l'estero. Nel 1921, l'ec– cedenza del valore delle importazioni su quello· delle esportazioni è scesa a 5 o 6 miliardi da 10-12 miliardi di lire, le spese dei forestieri in Italia sono fortemente aumentate, tanto da compensare largamente la riduzione avvenuta nel risparmio degli emigrati. (...) I 92 R. BACHI, L'Italia çconomica nel 1919, cit., p. xn. 93 R. BACHI, L'Italia economica nel 1921, cit., pp. 221, 305. iblotecaGino Bianco

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