Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia larono per prestare servizio di polizia rimasero sotto il controllo delle autoJ rità ufficiali e agirono entro i limiti della legge. Essi non si organizzarono in bande irregolari per uccidere o mettere al bando organizzatori sindacali o deputati laburisti, saccheggiare le loro case o bruciare le sedi e i registri delle Trade Unions. Se avessero tentato di fare qualcosa del genere, avreb– bero dovuto fare i conti con la polizia e la giustizia. In altre parole, gli scioperanti si trovarono di fronte ad una resistenza " conservatrice " e non "fascista." Ora il lettore inglese immagini che, nel maggio 1926, gli inglesi, invece di accogliere con calma lo sciopero generale, si fossero lasciati pren– dere dal panico, e che Mr. Baldwin, persa la testa e ogni elementare senso morale, avesse ordinato di lanciare i poliziotti volontari contro gli scioperanti, senza nessun freno legale, mentre le autorità militari fornivano loro fucili, mitragliatrici e camions. Se tutto questo fosse avvenuto, gli operai inglesi si sarebbero trovati di fronte, disarmati come erano, una organizzazione ille– gale ed armata, mentre al tempo stesso sarebbero stati trattati come ribelli, se avessero tentato di opporre resistenza a questa violenza illegale. Ciò è quanto accadde in Italia dall'autunno del 1920 all'estate del 1921. Il lettore inglese faccia un altro sforzo di immaginazione. Mr. Baldwin, con la sua politica vile, ha distrutto il suo prestigio personale e quello del governo. Le autorità militari, imbaldanzite da questo collasso morale del governo regolare, conce– piscono un piano per sopprimere le libertà degli inglesi. Per raggiungere queJ sto scopo, esse intensificano la caccia all'uomo contro i lavoratori e i loro capi, e mettono al governo Lord Rothermere al posto di Mr. Baldwin. Ciò è quanto accadde in Italia dall'estate 1921 all'autunno 1922. Ora il lettore inglese faccia l'ultimo e piu duro sforzo: dia il nome di "bolscevismo" non solo allo scio– pero generale del maggio 1926, ma anche alla guerra civile e all'anarchia mi– litare che ne sarebbero seguite, e giustifichi l'uso di questo termine con il fatto che i lavoratori inglesi avevano opposto una resistenza piu o n1eno ostinata alla violenza legale ed illegale esercitata da quegli speciali volontari, dalla po– lizia e dalle autorità militari. La "propag9-nda" fascista vuol dare ad intendere che nell'ottobre 1922 l'Italia doveva essere salvata dalla rovina economica e finanziaria, dovuta al "bolscevismo." Nel secondo volume di questo libro 91 bis io dedico un intero çapitolo alle condizioni economiche dell'Italia prima e dopo la "marcia su Roma." Per il momento basteranno poche indicazioni essenziali. I periodi piu neri della crisi economica del dopoguerra furono la seconda metà del 1921 e la prima metà del 1922. Attribuire le difficoltà di quell'anno al bolscevismo, che allora era già stato soffocato, è tanto assurdo quanto sa– rebbe il volerle attribuire al fascismo, che era allora in piena ascesa. Tali dif– ficoltà erano le stesse in tutto il mondo. Verso la fine del 1920, Riccardo Ba– chi scrisse: 01 bi. Questo secondo volume non venne mai ultimato. [N.d.C.] 88 BiblotecaGino Bianco .

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