Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia mentre i socialisti intransigenti ne rappresentavano 31.106. L'ala riformista si staccò form~ndo un nuovo partito, il "Partito Socialista Unitario." In seguito a questa scissione, la Confederazione generale del lavoro ruppe i suoi legami con i due partiti socialisti. In tal modo si presentava spianata la strada per uno stabile riassetto dei gruppi parlamentari: una maggioranza di sinistra, comprendente socialisti riformisti, popolari e liberali; una opposizione di destra composta di fascisti, nazionalisti e conservatori; e una minoranza di estren1a sinistra composta di comunisti e socialisti intransigenti. Non si era ancora arrivati a nessun accor– do definitivo tra il nuovo partito socialista unitario, i popolari e i liberali; ma un tale riassetto era questione di pochi mesi, o forse perfino di poche setti– mane. Tra coloro che maggiormente desideravano questa nuova combina- • zione parlamentare erano i comunisti e i socialisti intransigenti. Dopo che il nuovo gabinetto avesse pacificato il paese, avrebbero accusato i riformisti di avere tradito il proletariato alleandosi con i partiti borghesi per andare al governo. A questo punto ebbe luogo la "marcia su Roma. " 9. Alla vigilia della 'li marcia su Roma." La " marcia su Roma " non fu diretta contro il " bolscevismo. " In Italia, nel 1922, di un pericolo "bolscevico" non rimaneva neppure l'ombra. Lo stesso Mussolini un anno prima della "marcia su Roma," il 2 luglio 1921, scriveva sul Popolo d'Italia: Dire che un pericolo " bolscevico" esiste ancora m Italia significa scambiare per realtà certe oblique paure. Il bolscevismo è vinto. Di piu: è stato rinnegato dai capi e dalle masse. L'Italia del 1921 è fondamentalmente diversa da quella del 1919: lo si è detto e dimostrato mille volte. E il 1 dicembre 1921, diceva alla Camera dei deputati: È innegabile che il proletariato italiano si trova in un periodo che io chiamerei di sbandamento morale e ciò non soltanto per l'azione piu o meno violenta del Fascismo, ma per il crollo di tutte le ideologie che gli avevano iniettato violentemente nel dopo– guerra. D'altra parte i partiti sovversivi sono in contrasto tra di loro. 91 La "propaganda " fascista dà il nome di " bolscevismo " ai disordini della guerra civile, come se dalla primavera del 1919 all'autunno del 1922 vi fosse stato un seguito omogenep di atti di violenza. La verità è che si deve fare una netta distinzione tra il periodo 1919-20 (sino all'occupazione delle 91 " Popolo d'Italia, " 2 dicembre 1921. Le prove che il pericolo di una crisi rivoluzio– naria, nella seconda metà del 192 r, era definitivamente superato, sono state raccolte da Bo– nomi, - l'uomo che alla fine del 1920, come ministro della Guerra, armò i fascisti per la guerra civile - nel suo libro Dal socialismo al fascismo, Roma, Formiggini, 1924, pp. 39 sgg. Si veda anche R. BACHI, L'Italia economica nel r92r, cit., pp. 225, 336, 339. 86 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=