Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatu1·a fascista in Italia La notizia colse di sorpresa i deputati socialisti riformisti mentre erano a mezzo i negoziati per la formazione del nuovo gabinetto. Lo sciopero mandò a monte tutti i loro sforzi in favore della collaborazione governativa. Impedirlo non era stato loro possibile, perché gli estremisti che lo avevano proclamato non erano sotto il loro controllo, e i dirigenti della Confedera– zione del lavoro, una volta commesso lo sbaglio iniziale di avere aderito all'Alleanza, erano impegnati ad attenersi alle decisioni della maggioranza. Se avessero sconfessato lo sciopero, essi sarebbero stati tenuti responsabili del suo fallimento, in un momento in cui i fascisti avrebbero approfittato del fal– limento per sferrare una nuova offensiva. Se avessero mantenuto il silenzio, sarebbero stati accusati di aspettare a vedere come andava a finire prima di prendere una decisione. Nella difficile situazione in cui si trovavano, essi • fecero la scelta peggiore: sostennero quegli elementi secondo le cui inten– zioni lo sciopero doveva essere una protesta contro la minaccia di un gabi– netto fascista, senza sfociare in un movimento rivoluzionario. Intervistato, Turati dichiarò che lo sciopero aveva come scopo la difesa della costituzione contro gli scioperi anticostituzionali: Sarebbe uno sciopero legalitario, - disse. - Il proletariato sosterrà lo Stato difen– dendolo dai fascisti. 87 Ma uno sciopero generale, inteso soltanto come una dimostrazione anti– fascista, avrebbe dovuto essere proclamato per un periodo di tempo definito (non piu di ventiquattr'ore), e sarebbe occorsa la cooperazione delle orga– nizzazioni popolari. Queste non erano state consultate, e si pronunciarono contro lo sciopero. Inoltre non fu posto nessun limite di tempo, dato che gli anarchici e gli altri estremisti che ne erano i promotori si illudevano con la speranza che, dopo diciotto mesi di irresistibile pressione fascista, esso avrebbe potuto sfociare in una rivoluzione! A questa sfida insensata i capi del partito fascista risposero con un'abile mossa. Essi dichiararono che i fascisti avrebbero aspettato quarantott'ore perché lo stato affermasse la sua autorità: Trascorso questo termine, il Fascismo rivendicherà piena libertà di azione e si sosti– tuirà allo Stato che avrà ancora una volta dimostrato la sua impotenza. 88 Se lo sciopero non fosse stato generale, il suo fallimento sarebbe risul– tato palese alla fine del secondo giorno: i fascisti, scendendo in campo il terzo giorno, avrebberp vantato tutta intera la gloria della vittoria. Se, d'al– tra parte, lo sciopero fosse stato generale, le prime quarantotto ore di tempo sarebbero bastate a malapena al governo per mettere in moto la macchina di repressione: i fascisti, arrivando sulla scena proprio quando la macchina cominciava a funzionare, avrebbero preso per sé tutto il merito della repres- 87 Cit. trad. 88 " Popolo d'Italia, " r agosto 1 922. BiblotecaGino Bianco

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