Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Come tmzzare la riforma scolastica taneo, sistematico, continuo. Ed è questa, per la riforma del Consiglio Superiore, io credo, la prima campagna, che la nostra classe organizzata dovrà iniziare insieme a quella pel rinnovamento del materiale didattico, non appena abbia conseguite migliori condizioni economiche e morali. Ma per ora, invece di fabbricare nuove scuole per darci lo spasso di vederle senza tregua sconquassate come le antiche, non sarebbe meglio se lasciassimo riposare un poco le antiche? La resistenza degl' interessi locali E anche ammesso che il Parlamento abbia il tempo di discutere la riforma didattica, ne avrà la voglia? Ogni vasta e complessa riforma scolastica - ricordiamocelo - non solo deve lottare contro le opinioni pedagogiche tradizionali, ma abolendo, ricostruendo, fondendo fra loro i vecchi istituti, non può non ledere piu o meno direttamente i mille piccoli interessi, che intorno alle scuole tradizionali vegetavano abbarbicati. La scuola unica governativa, per esempio, qualunque debba esserne il piano, nelle città in cui finora è vissuta accanto a una scuola classica governativa una scuola tecnica comunale o viceversa, vuoterebbe di tutti gli alunni la scuola comunale, assorbendoli nell'unico crogiuolo degli ordinamenti propri; nelle città, invece, in cui la scuola comunale viveva senza· concorrenti, essa dovrebbe per vivere adattarsi alle disposizioni della nuova legge: e tutto questo non solo perturberà gl'interessi di molte persone, ma produrrà uno spostamento non leggero nelle finanze degli enti locali, che mantennero finora le vecchie scuole. E gl'interessi materiali non ragionano; e gli uomini politici, la cui base elettorale si fonda su questi interessi, ragionano anche meno; e una riforma che invece di procedere a grado a grado, per via di lente conquiste, pretendesse di attuarsi in blocco e subito, sarebbe come un uomo che, dopo essersi legata al collo una macina, si buttasse nell'acqua immaginandosi di poter nuotare. È stata questa, come osservava acutamente il nostro collega Leonardo Bruni 13 nel Congresso di Firenze, 14 la ragione per cui nessuno dei venti gran13 Il prof. Leonardo Bruni del Liceo di Spoleto al primo Congresso Nazionale delle Scuole medie relazionò "sui diversi disegni di legge, presentati dopo il 1859 per migliorare le condizioni degli insegnanti delle scuole medie, e sulle loro disgraziate vicende parlamentari." I principali fra i venti progetti di legge successivi alla legge Casati, cui accenna il Salvemini; furono il disegno Matteucci del 1863, che riduceva i licei-ginnasi a dodici in tutto il regno; il progetto Amari del 1864, che addossava tutta la spesa dell'istruzione secondaria alle provincie; il disegno Natali pure del 1864 che, mantenendo a carico dello Stato i licei, dava l'obbligo dei ginnasi e delle scuole tecniche alle provincie; il disegno Berti del 1866, che riduceva i licei-ginnasi governativi a ventiquattro; il disegno Coppino del 1867, per il quale anche i ventiquattro licei-ginnasi governativi dovevano essere per metà a carico delle provincie; quello del Correnti del 1870 che concedeva ad alcune provincie un liceo-ginnasio completo, ed alle altre il solo ginnasio, obbligando però le une e le altre alla metà delle spese; il progetto Bonghi del 1875, che pure diminuiva il numero delle scuole governative; i vari progetti Coppino del 1877, del 1879, del 1885, del 1886, che i due quinti della spesa totale facevano gravare sui comuni e sulle provincie; il progetto Boselli del 1888, del quale si è già scritto. [N.d.C.] 14 Primo Congresso nazionale degli Insegnanti delle Scuole medie. 53 BibliotecaGino Bianco

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