Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Come iniziare la riforme scolastica unica è - per quanto l'affermazione possa sembrar paradossale - quella di moltiplicar i tipi delle scuole attuali: nelle grandi città, in cui vi sono numerosi Licei ginnasi e Scuole tecniche e non manca l'Istituto tecnico, bisognerebbe stralciare dall'Istituto tecnico la Sezione fisico-matematica, riunirla ad una delle Scuole tecniche, e trasformare questi istituti - con pochissima spesa - in una Scuola media moderna di otto anni, simile alle Scuole reali della Prussia; in uno dei Licei-ginnasi bisognerebbe sopprimere il greco, sostituendolo col tedesco e con l'inglese, e crear cosf un secondo tipo di Scuola media mista, simile al Ginnasio reale prussiano; finalmente gli altri Licei-ginnasi resterebbero immutati e rappresenterebbero il tipo tradizionale della Scuola media classica, il Ginnasio prussiano. Quando le licenze delle tre scuole fossero equiparate in tutto e per tutto fra loro per l'ammissione alle scuole universitarie, e fosse facilitato, per via di opportuni esami complementari, il passaggio da una scuola all'altra anche durante gli otto anni di corso, e sparissero cosi le ragioni artificiali che obbligano oggi la scolaresca ad accalcarsi tutta nel Liceo-ginnasio classico - che è desso pur troppo la nostra Scuola media un po' degna di questo nome! - allora si potrebbe dopo qualche anno arguire dalla via, che prenderebbe la maggioranza dei giovani, quale dei tipi di scuole veramente corrisponda alle esigenze e alle tendenze del nostro paese, e questo tipo sarebbe la futura scuola unica, e si estenderebbe a poco a poco alle città minori, lasciando magari sussistere nelle grandi città qualcuno degli altri tipi di istituti meno favoriti dal pubblico, finché vi fosse un numero sufficiente di alunni a frequentarlo. Cosf nessuno potrebbe opporsi all'inizio della riforma, e nessuno, dinanzi alla luce dell'esperienza, potrebbe in seguito vittoriosamente opporsi alla continuazione di essa. Ma ridotta la riforma a .queste per ora circoscritte proporzioni e riconosciuta la necessità di non porre a soqquadro a un tratto le scuole senza avere in precedenza lasciato svolgersi e maturare i resultati di un primo modesto esperimento, bisognerebbe aspettare la fine della prova per decidersi a sottrarre gl'insegnanti alla vergogna degli arbitr1 amministrativi e delle ristrettezze economiche? Difficoltà parlamentari e baraonda amministrativa. La, riforma del Consiglio Superiore Se cosf arruffato e disputabile è il problema didattico, è mai lecito sperare che la Camera, sopraffatta com'è in questo periodo di vita nazionale da tante altre ponderose e improrogabili questioni (trattati doganali, ordinamento ferroviario, riduzione della rendita, questione meridionale, questione militare, ecc. ecc.), possa non diciamo approvare, ma solo avere il tempo di discutere un grande progetto di riforma delle scuole? Nelle presenti circostanze parlamentari, sarebbe già grande conquista ottenere 49 BibliotecaGino Bianco

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