Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Come iniziare la riforma scolastica ai cervelli geometr1c1 e centromani, che hanno retta l'istruzione italiana, parve bella impresa aver fra Sondrio e Girgenti 50 istituti tecnici identici, regolati con identici programmi, manovrati con identiche circolari; e non si capf che la geografia dell'agrimensore non è la geografia del commerciante, e il commerciante lombardo ha bisogno di preparazione ben diversa da quella del commerciante siciliano. E poiché la legge Casati, non ammettendo altra istruzione media che la classica, non aveva provvisto a crear scuole medie di tipo moderno, quando fu necessario soddisfar questa nuova necessità dei tempi, non si istituf, come avevano fatto gli altri paesi, una vera e propria scuola moderna, ma s'innestò nell'Istituto tecnico senza tanti scrupoli la Sezione fisico-matematica, e se ne fece anche una scuola media di cultura. Quanto poi alle scuole tecniche, esse, come diceva col suo solito buon senso Quintino Sella, non hanno di tecnico che il nome; e solo nel 1898 si pensò a indirizzarne alcune "ai bisogni della agricoltura, del commercio e dei pubblici servizi d'indole tecnica" (R. Decreto 25 ott. 1898 n. 488), e si istituirono scuole tecniche a indirizzo agrario, commerciale, industriale.4 Ma anche in questa riforma quanta centromania e quanta geometria e quanta - diciamola pure cosf - ingenuità! Si credé che una scuola tecnica potesse diventare agraria, stivando in un minor numero di ore l'italiano, la storia e la computisteria, e aggiungendo due ore di scienze naturali e tre di agraria; altre scuole tecniche diventarono commerciali con qualche ora di meno in matematica, disegno, italiano e storia, e un po' piu di scienze naturali e computisteria e soprattutto con, nientemeno, due ore settimanali, per due anni, di tedesco o d'inglese; le scuole industriali non ebbero bisogno di diventar tali che di un po' meno di ore per l'insegnamento d'italiano, di storia, di francese, di computisteria, di calligrafia, un po' piu di scienze naturali e di disegno, e un supplemento speciale di meccanica elementare (4 ore) e tecnologia industriale (5 ore); e naturalmente i programmi furono eguali per tutta l'Italia, gli esercizi sperimentali per non sciupar quattrini furono un mito, del materiale didattico non si parlò nemmeno: e solo a Roma, per dare un indirizzo veramente pratico alla scuola tecnica industriale, si pensò di metterla nel medesimo locale dell'ospizio di San Michele, come se per far diventar levatrici le alunne di una scuola normale bastasse metter la scuola nella stessa strada dove c'è un ospedale di maternità. Mentre poi da un lato si tentava bene o male, e piu male che bene, di specializzare le scuole tecniche per una via piu nettamente professionale, dall'altro se ne conservava con gelosia il carattere di scuole medie, parificando la licenza delle nuove scuole speciali a quella delle vecchie scuole a tipo comune per l'ammissione all'Istituto tecnico. Onde è continuato l'eterno esercizio di "torturare," come scriveva 4 Cfr. nota a p. 6. [N.d.C.] 43 BibliotecaGino Bianco

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