Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italiana all'inizio del secolo Art. 1. È istituita una Commissione di 3 membri, per esaminare, e, ove siano giusti, sostenere in tutti i possibili modi i reclami dei soci della Federazione, i quali sotto qualsiasi rispetto si credano lesi da provvedimenti contrari alle leggi o ai regolamenti o alle disposizioni comunque sancite. Art. 6. Allorché un provvedimento lesivo dei diritti dell'insegnante sia tale da dare legittimo motivo ad un ricorso innanzi al Consiglio di Stato o innanzi ad ogni altra giurisdizione competente, la Commissione, dopo esauriti tutti i mezzi di componimento amichevole, sostiene i diritti del socio, il quale, nell'atto di presentare il reclamo accetta nelle forme volute dalla legge la rappresentanza della Commissione stessa. Le spese del processo saranno sostenute dalla Federazione. Se non che, dove diritti determinati non esistono e il beneplacito amministrativo regna sovrano - ed è questo il caso della istruzione media - è ben difficile che una disposizione dell'autorità riesca contraria a leggi o regolamenti o disposizioni comunque sancite, le quali o non esistono o, se esistono, sono cosf elastiche e seminate di tante restrizioni da ridursi in ultima analisi alla consacrazione dell'arbitrio piu sconfinato. E finché resteranno immutate queste condizioni, sarà molto raro il caso che la Commissione legale possa proporre alla Federazione una lite giudiziaria innanzi alle giurisdizioni competenti, le quali non potrebbero far altro che dichiararsi sempre incompetenti. Ma se i diritti degl'insegnanti non sono sanciti dalla legge scritta, sono conformi a quella legge d'equità, a cui nessuna categoria di lavoratori nelle società moderne ricorre invano, quando sia ingiustamente lesa nella dignità e nei diritti; se non esistono giurisdizioni competenti per difendere gl'insegnanti dagli arbitd, esiste l'opinione pubblica, che è una giurisdizione piu competente di tutte le piu competenti giurisdizioni di questo mondo. Denunciare dunque sistematicamente per mezzo della stampa professionale, della stampa politica, della discussione parlamentare tutti i casi di irregolarità e di arbitrio, ecco il mezzo piu formidabile, che abbia la classe degl'insegnanti in suo potere per difendere i suoi giusti diritti. E quando ogni ingiustizia provocherà senza fallo un coro generale di proteste, le ingiustizie diminuiranno automaticamente, se non altro perché ben pochi colleghi avranno il coraggio di sfidare l'avversione o il disprezzo di coloro, in compagnia dei quali dovranno dopo tutto lavorare e vivere l'intera vita. Per altro, questo ricorso al tribunale della pubblica opinione dev'essere regolato in modo da eliminare ogni sospetto che si tratti di pettegolezzi politici o di piccinerie personali. Quante volte leggendo le fierissime proteste di un giornalista contro un sopruso del ministero, non ci vien fatto di domandarci: "Se quel Baiardo della scuola fosse nominato cavaliere, sarebbe cosf scandalizzato da questa ingiustizia?"; oppure: "Se il Ministro appartenesse al partito del giornalista, il giornalista sarebbe cosi svisceratamente tenero della giustizia?" Sotto l'aculeo di dubbi siffatti ogni calore di protesta sbollisce, e chi ne va di mezzo è precisamente quella po30 BibliotecaGino Bianco

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