Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Prefazione Per Salvemini l'anima vera dell'insegnamento formativo era data dal confronto, dal di.battito delle idee, dalla coesistenza dei punti" di vista di.versi, criticamente portati a contatto degli alunni da· i"nsegnanti· diversi. "'Il massimo vantaggio, anzi, della nostra scuola è appunto questo scontro cortese e sereno di pensieri di.versi. La scuola lai'ca è la scuola della concorrenza e del libero scambio. "43 La concezi·one strumentale della libertà portava Gentile a farsi sostenitore dell'insegnamento catechistico nella scuola elementa'.e pubblica. Questa concezi·one da lui sostenuta come un isolato al Congresso di Napoli venne poi· introdotta per forza di legge nell'istruzione pri"maria statale in ltali"a colla riforma fascista del 1923. La concezione salvemi·m·ana della lai"cità in cui· mezzi e fine coincidevano fu strenuamente avversa all'abbandono della scuola pubblica all'indottri"namento ecclesi·asti"coc, ome avpersa si· dimostrò verso ogni altra forma di insegnamento uffiàale, politico o religioso. Muovendo da questo centro della visione pedagogi·ca di· Salvemini si·amo forse i·n grado di renderci conto del sigm"ficato dell'ulti"mo tema intorno al quale si raccolgono i suoi scritti sulla scuola, i"ltema del rapporto tra la scuola e la società. Il principi·o della li"bertà che egli faceva coestensi·vo di quello della laicità lo guidava nell'insistente richiesta che la scuola fosse indi'pendente da ogni· potere istituzionale, dal governo e dai partiti politici. Appunto perché fortissimo egli sentiva il legame intercedente tra la scuola e la società, si sforzava di concepirlo come un rapporto di· i'nterdipendenza nel quale la libertà della scuola fosse garantita sopra ogni altra cosa come vei·colo dell'affermazione di una li"bera società. La sua insistenza sull'illegittimità di ogni tentati·vo da parte dello Stato d'imporre una sua dottrina nella scuola e la sua richiesta che venisse allontanato dalla scuola ogni insegnante, qualunque idea professasse, che cercasre d'imporla ai suoi alunni, erano mosse dalla sua esigenza pri"mari·ache la li"bertà educati"va servisse da garanzi·a e sostegno della libertà nella vita sociale. Tanto forte era la sua preoccupazione che l'insegnamento si· trasformasse in propaganda che egli riteneva, oltre che impossi"bile, inaccettabile la posizione di chi' pensava che la scuola e gl'insegnanti avessero "una funzione anticipatrice di una società di"versa da quella in cui vivono." Ed esprimeva tale principi'o coll'affermazione che "la scuola è prodotta dalla società 11 piuttosto che produttri·ce di essa. 44 Gli elementi conservatori del programma scolastico di Salvemini si intendono meglio, si giustificano nelle loro sorgenti ideali piu remote, se li si collegano a questo suo concetto centrale, dal quale forse egli non trasse tutte 43 Ivi, pp. 251-252. 44 G. S., Scuola e società, pubblicato nella rivista "Scuola e Città," nell'agosto 1952; ora in Scritti sulla scuola, pp. 1055 sgg. • XXIX BibliotecaGino Bianco

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