Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Prefazione todo della ragione, cioè del dialogo, e della presentazione obbietti.va, aperta alla critica, dei propri ideali da parte dell'insegnante. Laicùà è, pertanto, secondo il pensiero di Salvemini, formazi·one critica degli alunni·, che non esclude, anzi esi·ge, presa di contatto con culture, modi di pensare, ideali e valori·, e altresf impegno negli ideali e nei valori. Egli perciò concepiva la scuola laica non come scuola "neutra," anzi come scuola impegnata al massimo; ma tale impegno attraverso la laicità assumeva per lui una connotazione liberale, di apertura alla considerazione degli i"deali e dei valori diversi, in modo che il convincimento dell'alunno fosse persuaso, razi·onale, passato al vagti·o dell'esame critico. In questo senso egli affermava durante il dibattito sulla scuola laica al Sesto Congresso della Federazione tenuto a Napoli nel settembre 1907 di essere favorevole alla introduzione della religione nelle scuole, come studio storico-criti"co di essa, e di volere "che con la religione entri nella scuola la politica, entri qualunque idea che abbia mai interessato e ani·mato il cuore degli uomini. "39 Questo era, per Salvemini, il concetto positivo della laicità come apprendimento e insegnamento critico. Il suo significato negativo stava nell'esclusione di ogni dottrina ufficiale, di ogni ideale imposto agli' alunni da programmi scolastici stabiliti· dallo Stato. "La, scuola lai·ca quale la concepisco io," insisteva nel suo discorso al Congresso di Napoli, "come non accetta servilmente nessuna dottrina uffi.ciale, cosi non bandisce ufficialmente e tirannicamente neanche quelle dei suoi avversari. La forza della Hbertà è infinita e non ha nulla da temere neanche dai· suoi avversari·.1140 Di qui i'l suo contrasto col Gentile, che allo stesso Congresso di Napoli tenne la principale relazione sulla scuola laica. Per il Gentile laicità significava visione immanentistica della realtà e perciò visione unitaria della vita razionalmente raggiunta. Egli considerava il momento dell'indagine e del processo razionale lo strumento per il conseguimento di una concezi·one da tutti condi.visa del mondo e della vita. Confrontando la sua concezione con quella gentiHana, Salvemini formulava bene il suo pensiero affermando: "Mentre per me la libertà d'insègnamento è mezzo, è fine, è tutto; per lui· non è che la via necessaria a raggiungere l'unità. Quello che è il mio programma massi.mo è il suo programma mini.mo. "41 L'i.deale del Genti.le era quello di una scuola, com' egli si esprimeva, "che abbia un solo maestro." Egli insisteva che "la scuola c'è, quando vi domina uno spirito; e come può esservi, quando quelli che vi entrano si contrastano e neutralizzano a vicenda? "42 39 Sesto Congresso Nazionale della Federazione fra gli Insegnanti delle Scuole Medie, Assisi, 1908, p. 249. 40 Ivi, p. 242. 41 Ivi, p. 284. 42 Ivi, p. 283. XXVIII BibliotecaGino Bianco

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