Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Prefazione attuali. 113 N1 ell'ordine del giorno presentato da Galletti e Salvemi'ni a conclusione della loro relazione sulla "scuola di cultura" al Congresso di Firenze si chiariva meglio che la scuola moderna senza lati'no e senza greco da istituire, accanto al liceo-ginnasio, in sostituzione dell' esùtente sezione fisico-matemati"ca dell'istituto tecnico, avrebbe dovuto avere "pari durata con l'attuale liceo-ginnasio e pari diritti per l'ammùsione alle facoltà universitarie.1132Ciascuna di' queste due scuole, al pari delle sezioni professionali' dell'Istituto tecnico che sarebbero ri'maste in vi·gore senza la sezione fisico-matematica cosi trasformata, avrebbe avuto un suo propri'o e dùtinto corso preparatorio di' pri·mo grado. Anche a Fi'renze Salvemini· insùteva sulla necessità che tale riforma, prima di essere estesa a tutto il paese, venùse saggiata in vi·a sperimentale "in quattro o dnque grandi· città 1 :1 esperimento longitudinale la cui durata avrebbe dovuto protrarsi per otto anni·, aspettandosi "pazientemente che gli' alunni' entrati· nel pri'mo anno della scuola compi'ano l'i"ntero corso degli studi medi," e asszcurando la valt'dità dell'esperi'mento mediante un'oculata scelta della scolaresca e del corpo i'nsegnante delle scuole di cultura si·a classi'che che moderne. Al pari di quanto avevano sostenuto opportuno per gli alunni migliori della nuova scuola tecnica, Galletti e Salvemini proponevano che i migli'ori alunni dei corsi professionali degli' istituti tecnici potessero, previo il superamento di esami complementari·, ottenere i'l passaggio alle scuole avviatrici per gli studi universitari. Sulla questione dei passaggi·, che rimanevano l'unica valvola democratica del nuovo assetto scolasti·co da loro ·proposto, Salvemini' e Galletti' tornavano piu volte nel loro volume sulla Riforma della scuola media. Dopo avere scritto che dovevano predisporsi· "passaggi possi'bili senza troppe difficoltà dalle scuole di modesta cultura e di breve durata aventi fine in se stesse alle scuole di media cultura e di media durata aventi fine in se stesse, 11 essi·, tornando poco piu avanti sull' argomento, scrivevano: "devono poter passare dalla Scuola popolare superiore a quello che sarà il nuovo Istituto Tecni'co e alle altre scuole analoghe, per eccezione i' soli' alunni mi'gliori della Scuola popolare superiore, cioè coloro che avranno una intellt'genza si'ngolarmente vigorosa e naturalmente fornita di' quelle attitudini e capacità che la scuola popolare non ha l'ufficio di educare.1133 È da notare che il passaggio a studi ulteriori· degli' alunni· appartenenti' al proletari'ato superiore e alla piccola borghesia era previsto possibile non ai licei'-ginnasi o alle scuole moderne, ma soltanto alle sezioni professionali degli istituti tecni'ci, i cui alunni, a loro volta, se parti'colarmente dotati, avrebbero potuto aspirare in casi eccezionali a sostenere esami per 31 Scritti sulla scuola, pp. 233-234. 32 La riforma della scuola media, Firenze, 1910, p. 46. 33 La riforma della scuola media, in Scritti sulla scuola, pp. 325 e 344. xxv BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==