Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di ri/or,na scolastica finanziari, l'altra disposizione (art. 5), sotto tutti punti di vista lodevolissima, che consente ai Comuni di affidare due classi diverse allo stesso maestro, col supplemento dei 2/5 dello stipendio, riducendo il numero delle ore· di lezione in ciascuna classe. Tenere a lezione bambini dai 6 ai 10 anni per quattro e cinque ore al giorno, è la piu grande mostruosità pedagogica che si possa commettere, perché dopo tre ore di lavoro la scuola diventa una tortura e per i bambini, che non capiscono piu nulla e non sanno star neanche fermi, e pel maestro, che non riesce a farsi capire e deve consumare la sua energia e comprimere la irrequietezza degli alunni e a impedire che la scuola si trasformi in una gazzarra clamorosa. E se si riducesse il numero veramente favoloso dei giorni di vacanza (180 all'anno!) si potrebbero guadagnare parecchie delle ore di lavoro perdute con la riduzione dell'orario; e calcolando il maggior profitto, che dall'insegnamento si ricaverebbe col distribuire meglio il lavoro per un numero maggiore di giorni di lezione, non ci sarebbe neanche il bisogno di modificare i programmi attuali. Siccome, poi, il maestro, impiegato in due scuole, con un orario giornaliero di 6 ore e con due scolaresche diverse, e perciò costretto a un maggior dispendio di forze, ve· drebbe aumentato di 2/5 il suo stipendio normale, sarebbe questa anche un'ottima via per contribuire a_ migliorare la_ <:_ondizioneecon?mica dei maestri. Coi maestri resi disponibili in grazia di questa riforma, di indiscutibile vantaggio pedagogico ed economico, si istituirebbero (art. 6) nuove scuole inferiori, dove ce ne fosse bisogno, salendo via via a istituire coi maestri sovrabbondanti altre scuole superiori; e sebbene sia vano sperare che tutti i Comuni riescirebbero per questa via ad avere corsi elementari completi, perché su 8.262 Comuni soli 1.789 avevano nel 1901 la 4a e la 5a çlementare e 6.473 avevano le sole prime tre, pure le scuole superiori crescerebbero senza dubbio di numero, e la sproporzione rivelataci dalla statistica del 1901 verrebbe, se non altro, ridotta a meno disonorevoli proporz10rn. Avremmo cosf una scala di Comuni, dei quali i piu, forse, co.p.tinuerebbero a non avere altro che le scuole inferiori, ma piu rispondenti al loro scopo e piu sufficienti ai bisogni della popolazione; molti istituirebbero anche un numero discreto di quarte elementari; altri prolungherebbero il corso alle classi quinte. Non sarebbe l'ideale dell'istruzione elementare completa per tutti i bambini, ma sarebbe sempre una istruzione meno ristretta che non sia ora; e avremmo preparato il terreno a una ulteriore riforma definitiva. Affinché, per altro, la riforma desse tutti i frutti necessari, bisognerebbe ridurre a 50 il massimo degli alunni di ciascuna classe, perché con una scolaresca di 70 bambini - quando non sono per abuso anche piu di 70! - nessun maestro_ può impartire un buon insegnamento, soprattutto se, finite 160 BibliotecaGino Bianco

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