Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italiana all'inizio del secolo prio conse-nso a una deliberazione siffatta senza dichiararsi esplicitamente contrari all'esistenza stessa di qualunque organizzazione d'insegnanti e a qualunque azione politica; mentre al voto favorevole potevano agevolmente dare il significato di un atto di fede e di speranza nella capacità riformatrice del proprio partito. E mentre si dava tempo ed agio ai movimenti della massa ancora incerta del cammino, si rompeva ogni solidarietà con le impazienze opportuniste e ricattatrici. VIII Il voto del Congresso di Cremona fu definito giustamente come un ultimatum lanciato dalla Federazione ai partiti conservatori: o essi riuscivano con una vigorosa iniziativa a riempire la bocca agli opportunisti piangipane, e trattener gl'incerti sul pendfo democratico, a dimostrarsi capaci di agire per consapevolezza dei loro doveri e non per sola vigliacca paura; o il Congresso successivo avrebbe percorso l'ultimo breve tratto che divideva ancora la Federazione dall'orientamento democratico. Fra le corna di siffatto, del resto non arduo, dilemma si trovò presa la sapienza politica del nuovo ministro, on. Orlando. La posizione era sui primi del 1904 assai difficile per il Governo e piu delicata che mai per la Federazione. Era imminente la presentazione della legge pel miglioramento economico dei maestri elementari, contro la quale congiuravano notoriamente molti ostacoli: se la Federazione avesse preteso di vedere risoluto immediatamente il problema economico degl'insegnanti secondari, mentre il Governo dichiarava di non potere per allora provvedere ad altri che ai maestri, non avrebbe ottenuto altro frutto della stia insistenza che quello di aumentare le difficoltà che minacciavano le conquiste dei maestri elementari, tirarsi addosso l'odio di questi sventurati compagni di lavoro, liquidarsi moralmente con la propria ingenerosità, e rendere un servizio al Governo offrendogli un comodo pretesto per .deludere ancora una volta i maestri e dar tutta la colpa agl'insegnanti. Era debito, pertanto, della ·Federazione di mettere la sordina sulla campagna economica e di secondare con tutte le forze i maestri nella loro battaglia, non solo per sentimento di giustizia ma anche per il vantaggio tattico di sbarazzarsi al piu presto la via da questo formidabile inciampo. D'altra parte, dopo la forte impressione che avevano destata nel paese la vigorosa agitazione dell'anno precedente, la compattezza risoluta della Federazione, la serietà e la dignità del Congresso di Cremona, il Governo era bene obbligato a fare qualcosa di serio per le scuole secondarie, se non voleva proprio dimostrarsi del tutto sordo e cieco. C'era, però, una via d'uscita, e il Kirner l'adottò senza esitare: mettere a profitto la tregua inevitabile nella battaglia del miglioramento economico per risolvere il problema dello stato giuridico, il quale non rkhie142 BibliotecaGino Bianco

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