Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italianrr all'inizio del secolo è piena di commemorazioni, di inaugurazioni, di feste d'ogni genere, sto tappato 111 casa come un talpone nella fogna, o una talpa nella sua galleria. Qualche volta egli si rende ragione della causa profonda di questo suo disagio morale: Sono anni - scrive il 9 gennaio 1897 - dacché non ho piu goduto di vacanze. Le vacanze passate ho lavorato... perché volevo approfittare dell'unico tempo libero che a noi professori delle scuole secondarie è concesso per attendere alla ricerca e allo studio proficuo; altre tre vacanze intiere ho consacrate al mio Manuale di letteratura latina. È dunque questo il V anno dacché ho teso l'arco senza rallentarlo quasi mai: che meraviglia se ha perso una parte della sua elasticità e della sua forza? Per rimettermi intieramente, avrei bisogno di oziare per un mese o due, in campagna, camminando, camminando, camminando. O bellissimi boschi d'abeti dello Schwarzwald, che refrigerio, che forza potreste voi darmi! Là sulle creste dei monti, nelle valli verdeggianti, nelle folte selve, negli ombrosi viali e anche nelle allegre birrerie, come dimenticherei volentieri nella stagione calda i libri e la scuola, per tornare poi rinvigorito alle solite occupazioni! Adesso sui monti grava profonda la neve, gli stagni sono gelati, i sempre verdeggianti abeti sono coperti di candida neve: ma come mi piacerebbe scorazzare qua e là sulle agili slitte, e dopo essere stato esposto al corroborante freddo riposare nelle tiepide stanze sulla panca della stufa. In me v'hanno due persone distinte. Una opera secondo la consuetudine per istinto irresistibile: è quella che si prepara alle lezioni, che compila i sommari, che legge libri, che lavora quasi sempre; è quella che veglia la notte a tavolino, che si amareggia la vita di giorno fra il desiderio e l'impotenza di fare. L'altra sonnecchia per lo piu; dà qualche segno di vita di tanto in tanto col disapprovare quello che la prima fa, s'atteggia a protettrice di lei, dandole qualche amorevole consiglio, traccia anche qualche volta un programma che essa dovrebbe seguire per il suo meglio; ma poi s'addormenta daccapo, e la prima torna a fare ciò che le piace, o meglio ciò che è abituata a fare, salvo poi a raggomitolarsi su se stessa per la vergogna e la paura, quando la sua tutrice fa mostra di volersi risvegliare daccapo. Che è questo dualismo m me? Che cosa sono questi due io nella medesima persona? E quasi che voglia darci una immagine del suo male e la conferma della diagnosi, che or ora ne ho fatta, mentre rimpiange le vacanze perdute, mentre sogna con un desiderio cosf angoscioso la gioia di yivere forte e spensierato nel caro paese nativo, si rivolge spietato su di se stesso, e afferra il flagello del biasimo: Nei giorni passati ho fatto alcune lezioni veramente miserabili. In seconda non ho avuto la forza di preparare la conferenza, e ieri mi sono contentato di fare leggere il testo, facendo però delle aggiunte e dando delle spiegazioni non del tutto cattive; ma dopo lo sforzo di un'ora circa in quella classe, e dopo aver tenuto occupato il pensiero per circa mezz'ora in una ripetizione nella terza, ho fatto una lezione cosf meschina che proprio me ne devo vergognare: le idee mi sfuggivano, vedevo il sommario, e quei nomi non mi dicevano, non mi suggerivano quasi piu nulla. Che tormento! Quanto benedissi in cuor mio il bidello quando coll'annunziare la fine, me ne liberò! È vero che un reumatismo aveva una piccola colpa dello stordimento, dell'incretinimento in cui allora mi trovavo; la testa mi pesava e mi doleva; ero malato. E malato veramente era di quel male inguaribile e generoso, che distrugge e fa vivere chi ne è preso: la smania non mai soddisfatta di 122 BibliotecaGino Bianco

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