Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italiana all'inizio del secolo studio nelle biblioteche, clima piu adatto alla salute sua e della vecchia mamma. Certamente scriveva il 1° gennaio 1900 in alcuni appunti intimi, che andava di tanto in tanto buttando sulla carta - per me è questo il primo giorno d'un nuovo periodo nella mia vita. Dopo tanti anni d'esilio forzato nei paesi meridionali, finalmente celebro un capo d'anno in una regione, la quale meglio corrisponde ai miei desideri e alla mia natura fisica. Sono pochi mesi dacché mi trovo qui, e già mi pare d'essere divenuto un altro; e sento, o panni di sentire, che ogni giorno, che passa, m1 riporta un po' di quella forza che avevo perduta. E il 4 maggio, dopo avere scritto nel Diario della morte e delle esequie del suo povero padre: Prima di chiudere questi cenni retrospettivi, debbo ricordare qui sulla carta, come rimarrà imperituro nella mia memoria l'affetto dimostratomi dal mio istituto. I colleghi intervennero tutti alle esequie. La scolaresca poi mi si è mostrata cosf affezionata, che io non so come compensarla, se non coll'attendere con tanto maggior zelo da ora innanzi ai miei doveri d'insegnante. Io non mi sarei mai aspettato tanto, specialmente se considero che ben poco avevo fatto per la scuola. Già ero affezionato a Bologna, dalla quale mi ero proposto di non muovermi piu; ma ora sono stato confermato anche piu saldamente nel mio proposito. Che io abbia la forza di dimostrarmi in seguito non immeritevole di tanto affetto. E tutto pieno di ardore, godendo a cuore aperto della novella tranquillità dopo i tristi anni di Palermo, sicuro dell'avvenire, finiva la traduzione del terzo volume della Storia della Sicilia delrHolm, stendeva, insieme ad altri scritti minori, l'importantissimo e definitivo Contributo alla critica del testo delle Epistolae ad familiares di Cicerone; iniziava e conduceva molto innanzi il Commento alla Germania di Tacito; progettava e raccoglieva materiali per altri molteplici lavori. Quali fossero le sue opinioni politiche prima del 1901 non è facile determinare. Aveva perduta la fede religiosa fino dal terzo anno d'università; e negli scritti scientifici, nei diari intimi, nelle lettere, nelle conversazioni il suo pensiero si manifestava sempre immune da ogni anche piu lontano accenno di filtrazioni mistiche; ma della fervida fede dell'infanzia e della adolescenza aveva conservato un profondo rispetto per ogni opinione religiosa sinceramente professata, una vivissima simpatia verso tutti i tentativi che lo spirito umano fa per penetrare quest'infinito mistero che lo circonda, una repugnanza decisa, quasi violenta contro quell'anticlericalismo grossolano, ignorante, facilone e settario, che purtroppo è cosi comune fra noi e si chiama libero pensiero, mentre è negazione di libertà, assenza di pensiero. Qualcuna delle idee, che comunemente sono considerate come elementi della dottrina socialista, egli la riteneva per vera. Nel programma didattico per l'anno 1896-97 scriveva: "Alla narrazione particolareggiata delle guerre darò pochissima parte. Invece mi fermerò a trattare, quanto meglio mi 118 BibliotecaGino Bianco

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