Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La politica degl'i11seg11a11atli Congresso di Cremona d'accordo ad accettar la massima della partecipazione alla vita politica come unico istrumento efficace per la tutela dei diritti della scuola, quando arriviamo a determinare le applicazioni pratiche e concrete della massima astratta, insorgono i dubbi e le discussioni. Alcuni colleghi accettano l'azione politica, ma desiderano che sia individuale: ogni socio della Federazione lavori nelle file del suo partito per fargli accettare il programma della Federazione. Questo è bene, ed è da augurare che ognuno di noi non manchi di compiere nella misura delle proprie forze siffatto dovere. Ma se gli sforzi di alcuno riesciranno vani, che cosa farà egli? Qui è il nodo del problema, il quale ci viene proposto non dal desiderio di costruire ipotesi teoriche, ma pur troppo da lunghi e lunghi anni di penosa esperienza e di scoraggianti delusioni. Se, dunque, alcun partito continuerà a dimostrarsi avverso ai diritti della scuola, i seguaci di questo partito conti~ nueranno a sostenerlo? e la Federazione dovrà astenersi dal combatterlo per non urtare le opinioni di una parte dei suoi soci? - Se questo è il vostro parere, perché vi siete allora stretti in Federazione? per ridividervi subito da capo e ritornare a disperdere come prima di qua e di là le voste forze? Un'associazione, che dichiari di non voler operare come collet~ tività, proclamando unico lavoro permesso quello degrindividui, i quali alla lor volta vanno per vie diverse e contrarie, non è piu un'associazione, non è nulla, e poteva risparmiarsi anche il disturbo di nascere. Altri colleghi vorrebbero che la nostra azione politica fosse autonoma dall'azione di tutti i partiti politici. Sono, mi si consenta la similitudine, gl'intransigenti del nostro movimento, che vorrebbero creare alla Camera un vero e proprio gruppo di deputati nominati colle sole forze nostre e lottanti contro tutti i partiti per la difesa dei diritti della scuola: press'a poco quel che era una volta il gruppo parlamentare socialista contrapposto ai gruppi cosI detti borghesi. Ma questa è una illusione; perché noi non saremo mai in grado di creare colle nostre forze un gruppo politico nostro cosI forte da esercitare sull'equilibrio parlamentare una sensibile azione. Se lo stesso potentissimo partito socialista ha riconosciuto oramai la utilità di non rimanere isolato, e si associa con elementi politici che una volta respingeva da sé con terrore, vogliamo noi essere oggi intransigenti com'era una volta il partito politico del proletariato? Eppoi è mai possibile la esistenza di un deputato, il quale non si occupi che d'interessi scolastici, restando sordo e· muto in tutto il resto? Che se gli concedete la facoltà di occuparsi anche di affari non riguardanti la scuola, egli andrà a ingrossare le file dell'un partito o dell'altro; e voi, eleggendolo - dato e non concesso che con le vostre sole forze lo possiate - avrete rafforzato l'un partito o l'altro. E allora l'autonomia dove se ne va? Che la nostra Associazione debba essere come organizzazione autonoma dai partiti politici, si capisce ed è necessario; come pure si capisce ed è necessario che essa debba avere un programma professionale suo proprio, 107 BibliotecaGino Bianco

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