Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la srnola italiana all'inizio del secolo litici e favorita da altri. Certo dinanzi ai problemi della istruzione e della educazione nazionale non v'ha filisteo che non si dichiari a gran voce "amico della scuola" e non si profonda in lacrimose tenerezze a nostro riguardo; ma non appena si venga ai fatti, gl'interessi politici dei singoli partiti prendono la prevalenza, le buone intenzioni di molti - in questo momento dei piu - svaniscono, e tutta l'attività degli "amici" si concentra nel cercare affannosi pretesti per non conchiuder mai nulla di nulla. E se noi ci siamo alla fine convinti che è tutto sciupato il tempo che s'impiega nella passiva aspettazione di benefid dipendenti dalla buona grazia altrui, se vogliamo ricavare tutte le conseguenze pratiche necessarie della grande verità che ogni classe sociale, come ogni individuo, è essa stessa artefice del proprio destino, se intendiamo che o prima o poi - e meglio prima che poi - si chiuda la ridicola e oramai troppo lunga farsa delle lunghe promesse e delle corte opere rappresentata finora a nostre spese dai governi di tutti i partiti, noi dobbiam deciderci a rompere l'equivoco degli "amici della scuola," a snidarli dal regno delle favole per costringerli a dare la giusta misura delle loro intenzioni sul terreno dei fatti, a prender norma da questa esperienza per combattere gli uni e sostenere gli altri nell'arena politica, cioè, in ultima analisi, a manovrare efficacemente in difesa della scuola la forza del nostro numero e piu ancora quella che ci viene dal consenso della pubblica opinione, nelle lotte elettorali. È questo oramai un convincimento saldissimo della strabocchevole maggioranza dei nostri colleghi, e gli ordini del giorno votati in tutti i comizi e convegni e congressi di quest'anno passato sono H ad indicarci la via che dobbiamo seguire nelle nostre deliberazioni. Naturalmente anche dopo che noi avremo votato in coerenza col desiderio quasi unanime delle nostre sezioni il principio della attiva partecipazione alle lotte politiche ed elettorali per la tutela degli interessi della scuola, non spariranno per questo i timidi e gli amanti del quieto vivere, che continueranno a gemere flebilmente che la politica è meglio metterla da parte perçhé fa male alla salute e fa incanutire non per antico pelo; ma possiamo tener per certo che costoro saran pochi, e meno numerosi ancora saranno coloro che vorranno ricorrere, per giustificar la tattica del dolce far niente, alle puerili teorie apolitiche che vi sono state or ora sciorinate. Intervento, dunque, nella vita politica, cioè attiva partecipazione alle lotte elettorali per difendere i diritti della scuola e i diritti nostri. L'azione individuale e l'azione collettiva autonoma Ma in che modo? con qual metodo? non si corre per questa via pericolo di mandare all'aria la Federazione? Di fronte a queste domande molti di noi restano interdetti e sbigottiti; e mentre prima tutti eravamo 106 BibliotecaGino Bianco

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