Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Polemiche con gli "amici della scuola" la scuola, e a tutte le nostre domande rispondevano: "dateci i mezzi!" ora che i mezzi noi li abbiamo indicati, si mettono tutti a strillare che non tocca a noi indicare i mezzi e che questa è funzione del Parlamento e del Governo. Hanno evocato il fantasma e ora vogliono rinchiuderlo in una scatola di cartone. Ma a noi non è lecito metter la testa sotto l'ala per non vedere, né è molto incoraggiante, perché noi dobbiamo seguirne l'esempio, la fama che è rimasta nella opinione degli uomini a Ponzio Pilato. Dichiarare oggi che noi non intendiamo occuparci dei mezzi, significa annullare le deliberazioni del Congresso di Firenze contrarie alle_ tasse scolastiche e chiedenti una maggiore equità nella distribuzione dei fondi fra i bilanci dello Stato; significa dichiarare che per conto nostro noi non abbiamo nessuna difficoltà contro l'aumento delle tasse. Or se questo dobbiamo fare, dobbiamo farlo a bandiere spiegate e alla luce del sole e non con deliberazioni equivoche e non coraggiose: discutiamo un'altra volta, se lo crediamo necessario, il problema delle tasse, discutiamolo dal punto di vista scolastico per assicurarci meglio se l'aumento delle tasse sia utile o dannoso alla scuola; se ci confermiamo nella opinione che sia dannoso, è nostro dovere continuare a respingerlo; se ci avvediamo che nessun danno le scuole riceveranno, accettiamolo; ma sarebbe viltà se noi ci sforzass_imo di scantonare innanzi al problema. Allora s1 che saremmo turba vendereccia e spregevole di avventurieri pronti a prostituirsi al primo offerente, pur di avere in qualunque modo al piu presto la bocca piena d'oro; allora s1 che dimostreremmo nostra sola preoccupazione essere il miglioramento economico comunque raggiunto, poco importa se con danno o con vantaggio della scuola; dateci dei quattrini. - noi diremmo - e parecchi e subito, e prendeteli dove volete, perché per noi è lo stesso. No: la classe nostra non può, non deve dare un esempio cos1 deplorevole di cecità e di immoralità: se noi allo Stato domandiamo qualche cosa, la domandiamo non per noi ma per la scuola; se presentiamo agli uomini e ai partiti politici un programma di riforme scolastiche, lo presentiamo non solo perché è utile a noi, ma soprattutto perché è necessario alla scuola: per quel programma dobbiamo combattere, con quel programma e solo con quello dobbiamo vincere. La nostra tattica Ecco dunque il problema tattico, che la nostra classe deve nel prossimo Congresso nazionale definitivamente risolvere. Una parte - io spero e auguro che sia fra noi la parte minore - intende isolare sé dalle altre classi, intende isolare fra i problemi scolastici la questione economica dalle • altre, chiedendo che ad essa si dia al piu presto, in qualunque maniera, la necessaria soluzione. Dato questo modo di pensare, la tattica da seguire è . 99 BibliotecaGino Bianco

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