Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italiana all'inizio del secolo battono l'avrebbero sostenuta e quelli che la sostengono l'avrebbero combattuta. Non pochi, per altro, ne discutono con grande competenza pro e contro; e fra essi piu vicini alla verità a me sembrano, per quanto io possa giudicare in cosf discutibile materia, i sostenitori della scuola media unica di primo grado; ma altro è aderire i'n massima all'idea della scuola unica, altro è illudersi eh'essa possa essere senza nessun ritardo impiantata. Non solamente, infatti, la scuola unica ha contro di sé i difensori dei presenti ordinamenti scolastici, i quali sono molti e autorevoli e influenti nella pubblica opinione e nei due rami del parlamento nazionale, ma gli stessi sostenitori della scuola unica sono in discordia gli uni con gli altri, perché ciascuno vuole la scuola unica di un tipo suo speciale, e piuttosto che non aver quella preferisce che le cose restino come sono. Gli è che i grandi problemi scolastici sono in Italia e fuori d'Italia ancora immaturi, e perciò si discute accanitamente; e bisogna dar tempo al tempo perché nasca fra gli studiosi l'accordo né è lecito sconvolger tutto a furia di colpi di stato; perché altro è fabbricar progetti sulla carta, altro è passare dalla ragione ragionante all'azione pratica. Ad ogni modo, di una cosa possiamo esser sicuri: ed è che qualunque vasto e complesso progetto di riforma scolastica non avrebbe, oggi, il suffragio della maggioranza degl'insegnanti e degli studiosi, e susciterebbe discussioni ardenti e incertezze grandissime, e sarebbe per tutti un salto nel buio; e il Parlamento, anche ammesso che trovasse il tempo e la voglia per discuterlo, lo seppellirebbe o nella Camera o nel Senato. E col grande progetto di rivoluzione universale arenerebbero anche le riforme parziali, importantissime, urgentissime, su cui il consenso dei competenti e degl'interessati è ormai raggiunto. Quando si vuol far perdere tempo alla Camera, diceva il conte di Cavour che della macchina parlamentare era conoscitore e manovratore espertissimo, basta presentarle un disegno organico sull'istruzione; e lo stesso ministro Nasi, parlando sul bilancio del 1901 delle scuole elementari, dichiarava di aver poca fiducia nel successo dei grandi disegni di riforme e di preferire di andar innanzi alla Camera con progetti pochi e modesti. · Il voler far tutto. dunque, significa non voler far nulla; e meglio che · perder tempo e congegnar grandi progetti destinati a lasciar il tempo che trovano, l'unica via per dimostrare a fatti quella buona volontà, di cui si fa tanto sfoggio a parole, è di seguire nel problema scolastico il metodo, che Emanuele Filiberto consigliava per lo storico carciofo: mangiarlo a foglia a foglia: cominciare cioè dal risolvere i problemi tecnicamente piu facili, piu immediati, piu urgenti, sui quali esista il consenso di tutti; e investire poi via via gli altri problemi, al cui snodamento contribuirà senza dubbio con l'aiuto della sua dottrina e della sua esperienza la nostra classe, organizzatasi e affacciatasi alla vita civile, non appena le sue condizioni economiche e morali le permetteranno di dedicare alla scuola tutta la sua intelligenza e tutta la sua attività. 96 BibliotecaGino Bianco

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