Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Polemiche con gli "amici della scuola" sciamole almeno che le parole finora dette furono rumore di vento e nulla piu. 6 II7 ... Ma - a parte altri minori difetti dei nostri ordinamenti scolastici, che per non stancar troppo la vostra benevola attenzione sarà opportuno tralasciare - i mali maggiori provengono dalla maniera deplorevole con cui sono scelti, retribuiti, trattati moralmente gli stessi insegnanti. I politicanti e l'amministrazione scolastica Le facilità per fornire le scuole medie di ottimi insegnanti non sono, specialmente in quest'ultimo ventennio, mancate, anzi son cresciute di anno in anno; perché l'aumento strabocchevole determinatosi nella nostra popo- . !azione universitaria e la pletora sempre crescente di professionisti, se da un lato ha molto contribuito ad acuire ed esacerbare il presente disagio sociale, dall'altro ha migliorato, perfezionato, raffinato in misura notevolissima, attraverso l'aspra concorrenza, la merce - diciam cos1 - insegnante; ed oggi fra le centinaia e centinaia di giovani, che si laureano per .l'insegnamento, molti, bravissimi, devono contentarsi di un ginnasio inferiore o di una scuola tecnica in chi sa quale borgo inospite e selvaggio, o peggio ancora rimaner disoccupati, che trenta anni addietro avrebbero potuto con onore salire una cattedra d'università. E se il governo avesse avuto sempre cura di prescegliere a insegnar nelle scuole i migliori, sarebbe stata questa la riforma piu bella e piu feconda di tutte, perché avrebbe assicurata alla scuola una classe insegnante di prim'ordine, che avrebbe formato l'invidia degli altri paesi. Invece gli uomini politici italiani, che son saliti al ministero della P. I., salvo eccezioni rarissime, hanno sempre considerate le scuole come terra di conquista, soggetta alle leggi della guerra e della rapina; e ognuno di essi si è portato dietro al governo un codazzo di clienti e di segretari particolari ignoranti, avidi, prepotenti, che si sono sovrapposti ai funzionari del Ministero, li hanno esautorati, li hanno spogliati di tutte le loro funzioni, hanno esercitato il diritto di scegliere gli insegnanti come se le scuole fossero state loro proprietà privata; e ad altro non han pensato che a favorire gli amici e i parenti, e gli amici e i parenti degli amici e dei parenti, e gli elettori, soprattutto gli elettori del loro collegio, e gli elettori e i galoppini elettorali dei deputati e senatori e politicanti amici: ed è sta6 Questo articolo fu pubblicato anche nella Biblioteca della "Critica Sociale" sotto il titolo: Per l'organizzazione degli insegnanti: Il Congresso di Firenze e gli amici della scuola, Milano, Uffici della Critica Sociale, 1902, cent. 15. I pochi tagli sono dell'autore. [N.d.C.] 7 Da un discorso pronunziato nel Comizio degl'insegnanti della Calabria e della Sicilia tenuto a Messina il giorno 10 maggio 1903. 87 Biblioteca Gino Bianco

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