Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

L'organizzazione degli insegnanti e la scuola italiana all'illizio del secolo quelle che trovarono nella culla bell'e fatte - non vi vergognate di proclamare con tanta sfacciataggine che siete pronti ad appoggiare oggi i socialisti, domani i conservatori, doman l'altro i repubblicani e poi i monarchici, purché questi adottino una parte del programma vostro? Dunque a voi non importa nulla che l'Italia sia socialista o conservatrice, monarchica o repubblicana, a patto che siano soddisfatti i vostri bisogni? Dunque perisca il mondo, ma si faccia la vostra volontà! Precisamente: perisca il mondo, ma si faccia la nostra volontà; e se il mondo non vuol perire per causa nostra, faccia la nostra volontà. E queste eresie noi le diciamo con coscienza tranquilla, perché, attraverso la nostra brillantissima vita d'insegnanti, con pochi quattrini, con parecchi figliuoli, trattati come servi dalle superiori autorità, accusati di tutti i piu neri delitti durante le settimane degli esami - ma compensati di tutti i dolori dall'affetto dei non pochi alunni bravi e studiosi, che si ricordano di noi per tutta la vita - noi ci siamo convinti di essere persone utili, benefiche, indispensabili alla società; ci siamo convinti anzi - guarda che illusi! - che noi siamo le persone piu utili, piu benefiche, piu indispensabili che ci sieno al mondo. È un'illusione questa, che tutte le classi sociali hanno intorno a se stesse: i colonnelli in ritiro, i milionari, i preti, i suonatori di contrabbasso, i dentisti, tutti gli uomini di tutte le classi e di tutte le professioni e anche senza prof essione dànno di se stessi il medesimo giudizio, che noi diamo di noi. È un modo di guardare le cose comune a tutti gli esseri che pensano; e noi, quand'anche volessimo toglierci questa illusione dalla testa, non ci riesciremmo; e se ci riescissimo, diventeremmo spregevoli a noi stessi, perché arriveremmo alla conclusione che tutto il nostro lavoro non serve niente affatto agli altri, e serve solo a far afferrare a noi lo stipendio ogni 27 del mese. Naturalmente, per confermarci nella nostra opinione, noi cerchiamo tutti gli argomenti possibili; e ne troviamo a bizzeffe nelle opere degli storici, dei filosofi, dei moralisti, dei giuristi, insomma di tutta quella gente che produce carta stampata - salvo certi giornalisti! - la quale avendo con noi molte affinità di razza è, ben si capisce, facile a darci ragione. Ora, dato un siffatto modo di pensare, è inevitabile che noi siamo pronti a sacrificare alle nostre superbe voglie il socialismo, l'individualismo, la repubblica e la monarchia. E badate che cosf fanno tutti. Lasciamo da parte, infatti, l'esempio degli operai inglesi che hanno appoggiato ora i conservatori, ora i liberali, facendo una politica in apparenza contraddittoria e senza ideali, ma in realtà politica sempre coerentemente operaia e animata da una grande idealità: è un esempio, questo, tante volte ripetuto, che è davvero vergogna il ricucinarlo da capo. Ma che cosa fanno ovunque le masse elettorali, se non sostenere ora un partito, ora un altro, secondo che i loro interessi e le loro idee - interessi ed idee importanti e benefiche e indispensabili sopra tutte le altre! -- sono rappresentate meglio o dall'uno o dall'altro? Quando in una elezione amministrativa il corpo elettorale abbandona i socialisti 84 BibliotecaGino Bianco

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