Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione amministrativa a Torino e altrove dopo aver piantata la nostra bandiera sulle prime trincee, muoveremo allo assalto delle seconde. Nell'un caso e nell'altro, non perderemo mai il nostro carattere socia– lista e faremo opera veramente rivoluzionaria. Se conquistare i Municipi do– vesse per noi significare solo amministrarli secondo le leggi vigenti, io sarei il primo a dichiarare inutile tale conquista; e, considerando che la conquista del Governo centrale necessaria per render utile la conquista dei Muniéipi è impossibile farla legalmente con la semplice lotta elettorale, io uscirei dal partito socialista e mi chiamerei anarchico. Ma, buon per noi, la conquista socialista dei poteri pubblici non vuol dire solo amministrare secondo le leggi fatte dai borghesi, che ci han preceduto; significa anche servirci di quei poteri per modificare le leggi dé,lnnoseal proletariato e cònquistarci posizioni migliori per la battaglia che continuerà incessantemente finché la vittoria del proletariéHo non sarà divenuta completa e definitiva. Solo a questo patto il nostro partito potrà conquistare i Comuni, colla speranza di far opera utile, e nella sicurezza di operare conformemente al proprio programma e alla propria tattica rivoluzionaria. La lotta contro le autorità tutorie, poi, è un dovere specialmente per i Consigli socialisti dei comuni maggiori come Milano e Torino, perché essi soli hanno la forza per obbligare il Governo a capitolare. Che effetto volete che faccia sul Governo la ribellione di Imola o di Colle Val d'Elsa? Sciolto il Consiglio comunale, il solito giornale locale fa un articolo di protesta con– tro la prepotenza governativa, e si fa naturalmente sequestrare dal compia– cente pretore desideroso di far carriera; nessun giornale maggiore si occupa della cosa; e il Governo, alla fine dei conti, la vince. I comuni minori deb– bono per la loro debolezza stare sulla difensiva; in un caso solo essi potran– no utilmente muovere all'offesa: quando sieno stati preceduti dai comuni magg1on. Milano e Torino hanno il dovere di mettersi d'accordo e di muoversi primi; i comuni minori hanno il dovere di seguirli.· Chi sa se la nostra agita– zione non si trascinerebbe dietro anche parecchi dei comuni repubblicani e democratici e quei comuni borghesi, che si trovano per ragioni particolari in lotta con i prefetti. Quale opera piu bella, piu feconda, ·piu rivoluzionaria di questa potrebbe desiderare il nostro partito? Tutto questo bel piano presuppone una cosa sola: che il corpo eletto– rale sia altamente cosciente e perfettamente imbevuto dell'idea socialista. Un corpo elettorale incosciente, che mandi al potere una maggioranza socia– lista senza avere la visione esatta dei suoi diritti e dei suoi doveri, non potrà mai darci nella rappresentanza municipale quell'energia e quella fermezza, che sarebbero indispensabili nelle circostanze da noi immaginate. Una rap– presentanza municipale, che non si senta sorretta da un corpo elettorale so– lido, cosciente, ben organizzato, dovrà essere per necessità di cose fiacca, in.. certa e cercherà sempre di evitare la _lotta col prefetto; e questo nell'interesse stesso del partito, che .non -avrebbe nessuna ragione seria per ritenersi sicuro 49 BibliotecaGino Bianco

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