Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale della v1ttona in una nuova battaglia amm1mstrativa, che si trasformerebbe in lotta politica nel senso piu alto della parola, pro o contro le attuali istituzioni. Riepilogando, ecco le· idee fondamentali, che a mio parere dovrebbero uscire dimostrate dalle mie .parole: 1) È inutile che noi in questo momento lottiamo per la conquista del Comune; e l'astensionismo del Sambucco è da resp;ngersi. 2) Andando nei Consigli comunali, noi, se dobbiamo pensare ad am– ministrare il Comune secondo le leggi vigenti ·e in modo da migliorare, per quanto queste leggi lo permettono, le condizioni del proletariato, non dob– biamo pensare solo a questo. 3) Andando nei Consigli comunali noi dobbiamo anche servirci di essi come di buone posizioni per lottare col potere centrale e obbligarlo a concedere quelle riforme, di cui il nostro partito ha bisogno per procurare l'utile del proletariato meglio che non gli sia concesso delle leggi oggi vigenti. ' · i 1 ; 1 1 ·~ 1~1il 4) Andando nei Consigli comunali, noi dobbiamo tenerci pronti a ricevere gli assalti del Governo centrale e rispondere ad essi energicamente con altri assalti. La discussione, che intorno alle proposte della comm1ss1one torinese s'è fatta, mi pare che abbia girato sempre intorno a queste idee senza coglierle mai nettamente. E le deliberazioni prese nell'assemblea del partito a Torino mi par che pecchino di questo stesso difetto. Si respinse l'ordine del giorno Sambucco, che proponeva l'astensione nel campo amministrativo; e si fece bene, perché l'astensione amministrativa sarebbe la morte del partito; ma non si notò che il Sambucco aveva torto non nel proclamare l'astensione, ma nel partire dal principio che il Comune debba adattarsi passivamente alle leggi fatte dai Governo centrale. Questa idea sbagliata, dalla quale emanerebbe la necessità dell'astensione, si trova invece implicitamente non solo nell'or– dine del giorno Sambucco, ma anche negli altri due ordini messi in vota- z10ne. 1 L'ordine del giorno Treves, respinto anch'esso, accoglie il piano finan– ziario proposto dalla commissione "come espressione di un semplice punto di partenza verso una finanza giusta e onesta, in omaggio alla necessità della continuazione dell'amministrazione," dichiara che quel piano non è punto un programma minimo socialista, che è ancora da elaborarsi - e fin qui mi pare che il Treves parli benissimo -; ma subito dopo butta per aria il piano della commissione, affermando che prima di ricorrere a nuove tasse bisogna aumentare i redditi comunali con l'applicazione della socializzazione dei ser– vizi pubblici - opera, ·questa, non ancora studiata, e difficilissima in sé e per le opposizioni che troverà nell'autorità tutoria -; e finalmente, invece di proclamare di fronte agli elettori l'impegno da parte dell'amministrazione socialista di servirsi del potere municipale per provocare dal Governo le ri- 50 BibliotecaGino Bianco

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