Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale sione. Il partito socialista, invece, va al comune· e, mentre non trascura le piccole riforme legali utili al proletariato, e cerca di amministrare alla meno peggio il comune, punta intanto solidamente i piedi nel propugnare quelle riforme, diciam cosf, illegali, che crede utili al proletariato; e si agita risolu– tamente per obbligare il Governo a modificare le leggi o il prefetto a smettere le prepotenze, rispondendo con la violenza dal basso alla violenza che scen– derebbe dall'alto, provocando magari due volte all'anno lo scioglimento del Consiglio. Uscendo dalle generalità, prendiamo un caso determinato. Supponiamo che a Torino, nelle elezioni prossime, i socialisti conquistino la maggioranza. La giunta e la maggioranza socialista, nel compilare il nuovo bilancio, sop– primono la dotazione al teatro regio, i sussidi alle società aristocratiche e al tiro a segno, Introducono la tassa di famiglia, abolendo l'esenzione per i principi di casa reale, che non è imposta dalla legge, aumentano la sovrim– posta sui terreni e fabbricati fino al limite massimo legale, stabiliscono un sussidio alla Camera del lavoro, adottano la refezione scolastica; introducono insomma tutte quelle cosiddette riforme borghesi, che sono state proposte dalla commissione torinese. Con queste sole legalissime riforme ci sono già mille ragioni per aspettarsi che il prefetto annulli in blo.cco il bilancio. Ma la maggioranza consiliare socialista non si ferma a quelle deliberazioni. Essa incarica anche la giunt.a di fare degli studi per la municipalizzazione della industria del pane. Anche questa deliberazione sarà quasi certamente cassata dal prefetto. Ma non basta ancora. Il Consiglio comunale (propongo anche un ordine del giorno!) "visto che è impossibile riformare seriamente le fi– nanze del Comune secondo che la giustizia e l'interesse dei lavoratori richie– dono, finché persiste l'attuale legislazione, e, finché lo Stato, cambiando poli– tica militare e finanziaria, non abbia dato mano a• una profonda e generale riforma tributaria; visto che è interesse di tutti i Municipi italiani l'obbli– gare lo Stato a questa trasformazione, che diventa di giorno in giorno piu necessaria pel benessere del proletariato; incarica la giunta di convocare a Torino un congresso dei sindaci e consiglieri italiani socialisti, per concor– darsi sui mezzi piu adatti per ottenere quell'intento." Questa poi il prefetto l'annulla di certo. Supponiamo che il prefetto annulli tutte le deliberazioni; il Consiglio le riconferma. Supponiamo che il prefetto ne ammetta una parte e ne an– nulli un'altra; il Consiglio si prende ciò che il prefetto ha concesso, e ricon– ferma lo stesso le deliberazioni annullate. Quando la resistenza risoluta del Consiglio sia appoggiata dall'agita– zione popdlare, quando anche gli altri Consigli italiani socialisti, avuta la intonazione da Torino, si agitino all'unisono con essa;. quando i nostri depu– tati trasportino l'agitazione dentro il Parlamento; quando avremo messo il Governo con· le spalle al muro; qualunque sarà l'esito della battaglia, la vit– toria arriderà sempre a noi. I nostri Consigli saranno sciolti? e noi li rieleg– geremo e ricominceremo da capo. Il Governo penserà meglio cedere?- e noi, 48 BibliotecaGino Bianco

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