Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La Mafia del N ord1 L'autore 2 ha raccolto da molte pubblicazioni, con diligenza e intelli– genza, notizie sullo sfruttamento economico a cui l'Italia meridionale è as– soggettata attraverso gli Enti parastatali e i privilegi monopolistici, che i capitalisti dell'Italia settentrionale sono riesciti a costruirsi nella Italia poli– ticamente unificata dal 1860 ad oggi. L'accento è messo, come è naturale, sulle condizioni a noi contemporanee. Il libro riuscirà assai utile, e perciò è raccomandabile a chi voglia farsi senza grande fatica un'idea di quello che si suol chiamare "il problema 'd' 1 " men 10nae. Eppure il libro, mentre ripete verità sacrosante, lascia insoddisfatti. - Perché? - Perché tiene conto di non piu che la metà del problema meri– dionale: quello che il Vinci chiama "la mafia del Nord." Non tiene conto dell'altra metà: quello che bisogna chiamare "l'autolesionismo del Sud." Che i settentrionali sfruttino i meridionali, non c'è dubbio. Ma che cosa fanno i meridionali per non essere sfruttati? I "nordici" trovano proprio fra i "sudici" i peggiori strumenti del loro sfruttamento economico e politico. Questa metà del problema meridionale è del tutto assente dal libro del Vinci. Ed è purtroppo assente dal pensiero di quasi tutti quei meridionali, che levano al cielo lamentele contro la "mafia del Nord." I deputati meridionali sono stati e sono forse eletti dalla mafia del Nord anzi che dagli stessi meridionali? Che cosa fecero mai quei deputati per resistere alla mafia del Nord? Meridionali furono alcuni presidenti del Con– siglio: Rudinf, Crispi, Orlando. Che cosa mai fecero costoro, non per ta– gliare, ma almeno per accorciare le unghie a quella mafia? Aiutarono spesso ad aguzzarle. L'Italia ha sperperato in Eritrea, in Libia e in Somalia, negli ultimi trent'anni, fiumi d'oro; per la sola impresa etiopica 60 miliardi di lire di allora (che oggi sarebbero 3000 miliardi). Non sarebbe stato assai piu ra– gionevole, domanda il Vinci (pp. 27-28), investire quei capitali nell'Italia meridionale? - Parla come un libro stampato. - Ma che cosa hanno fatto i meridionali per opporsi a quegli sperperi? Non sono stati sempre essi in prima linea a spellarsi le mani per applaudire le pazzie coloniali? Nel 1911 non fu un socialista (o sedicente socialista) siciliano, Giuseppe De Felice Giuffrida, fra i corifei piu rumorosi nella campagna per la conquista della Libia? E in questi ultimi tempi, mentre si architettava e si eseguiva lo stu- 1 Riprodotto in Scritti sulla questione meridionale cit., pp. 621-625. [N.d.C.] 2 GIUSEPPE VINCI, La mafia del Nord. Testimonianze sugli enti parastatali e sui privilegi monopolistici, Palermo 1951. 643 BibliotecaGino Bianco

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