Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Tirando le somme tinua e vivace. Ma nel decennio del pervertimento oligarchico, prima i ri– formisti, poi i rivoluzionari lasciarono cadere del tutto la lotta antiprotezio– nista: molti riformisti, anzi, fecero azione apertamente protezionista, giu– stificando anche questa aberrazione come un.a forma di collaborazionismo di classe necessaria ad evitare la disoccupazione, che sarebbe nata dalla ro– vina dell"' industria nazionale." E la campagna protezionista fatta nel 1920 e 1921 dagli organizzatori della F.I.Q.C. non è stata che il prolungamento di una deviazione, che risale ad antica data. Ma oggi, nuove correnti d'in– teressi cominciano ad acquistare coscienza di sé. Mentre la F.I.O.C. invoca il protezionismo doganale per le industrie chimiche, la F.I.O.T. (Federazione italiana operai tessili) protesta precisa– mente contro il protezionismo dei prodotti chimici, il quale minaccia di li– mitare sui mercati esteri la espansione della industria tessile italiana. Que– sta ha esportato nel 1920 per due miliardi di merci, impiega parecchie cen– tinaia di migliaia di operai e operaie; e non può tollerare né i sovraprezzi politici dei prodotti coloranti, né - danno .ancora maggiore - la scemata libertà nella scelta della qualità e della varietà dei colori indispensabili a contentare i gusti molteplici e capricciosi di una clientela internazionale e fluttuante. Un analogo spirito antiprotezionista comincia a penetrare nella orga– nizzazione nazionale dei lavoratori della terra, che dovrebbe essere,· insieme con le cooperative di consumo, all'avanguardia del movimento pel libero scambio. L'Italia - ha dichiarato sul Secolo del 2 ottobre 1921, l'onorevole Mazzoni, che si è specializzato per i problemi agricoli ed è uno dei rappresentanti piu autorizzati del movimento socialista rurale - l'Italia è un paese che ha bisogno di esportare prodotti agricoli ed importare a buon mercato prodotti manufatti. Qualsiasi politica contraria a questa visione è disfattista. Su questo terreno io vorrei vedere delinearsi la grande di– stinzione tra Italiani e... divoratori dell'Italia. Non altrettanto espliciti sono i condottieri della F.I.O.M. (Federazione italiana operai metallurgici), che raccoglie circa 300.000 operai, di cui soli 30.-000 impegnati nella siderurgia. Gli altri sono occupati in· industrie del ferro di seconda e terza lavorazione (metallurgiche e meccaniche), e queste avrebbero tutto da guadagnare dall'avere a propria disposizione la materia prima a buon mercato. Imbarazzata dal gruppo degli operai metallurgici, la F.I.O.M. non sa prendere nettamente posizione contro il protezionismo doganale; ma ha rifiutato con ostinazione gli inviti, che le facevano nel 1920 gli industriali siderurgici per una entente cordiale a questo scopo. Nello stesso tempo, le organizzazioni operaie, tormentate dal persistente aumento del caroviveri, sentono il bisogno di rendersi conto delle cause del fenomeno; e fra queste cause non possono non nconoscere il protezionismo doganale: 613 BibliotecaGino Bianco

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