Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Il partito socialista di Imola poco pericolo di lasciarsi compenetrare da elementi eterogenei; qui la lotta politica appare a tutti come una faccia della lotta economica, nella quale gli interessi immediati di tutti si son trovati chiaramente in gioco; e ognuno · resta al ·posto di combattimento, che la nascita, l'educazione, la psicologia della sua classe gli han destinato. Ma dove la lotta economica o è impossi– bile o è stata trascurata - quanti mea culpa dobbiamo recitare a questo proposito! - ivi la stessa lotta politica è obbligata a tenersi su d'un terreno tutto dottrinario e viene a urtar meno gl'interessi e le suscettibilità delle classi, che naturalmente sarebbero avverse al socialismo. Invece di fare ·della propaganda concreta, dimostrando ai suoi uditori gl'interessi che dividono gli, operai dai padroni, il propagandista, non avendo intorno a sé né operai né esempi di lotte, scivola facilmente nelle disquisizioni generali, che non concludono niente: parla dell'Africa, del concentramento della ricchezza, del parassitismo, dei cavalieri dell'Annunziata, dell'evoluzione - questa non manca mai, - pizzica delicatamente il chitarrino del sentimento, si fa ap– plaudire; e quando s'è sgolato per un'ora, ha fatto un mondo di male. Nella sua cicalata il socialismo è diventato la cosa piu bella e piu semplice di que– sto mondo; il socialismo è come il paradiso di Napoleone III, dove ci s'arriva da tutte le religioni; tutti possono essere socialisti, ricchi e poveri, studenti e operai, professionisti e impiegati; basta aver buon cuore, credere nell'evo– luzione, essere molto intelligenti, desiderare la rigenerazione di tutto l'uni– verso abitato e disabitato, sentirsi pronti a soffrire per l'Idea. E tutti diventano socialisti. Accanto a buonissimi elementi, che sono naturalmente socialisti: garzoni di bottega, artigiani, proletari, bracciantÌ, entrario nel partito il figlio scapestrato, che ha il babbo troppo severo, lo studente bocciato, l'avvocatino che ha lo scilinguagnolo sciolto, il professore che aspetta il posto governativo, il fallito perseguitato dai creditori - i falliti oramai in Italia sono una vera e propria classe sociale - lo spostato licenziato ·o non licenziato da uno dei tanti nostri istituti secondad. È gente pronta a fare una dimostrazione e ad andare in carcere; e in periodo eletto– rale lavorano per delle nottate intere a copiar circolari, a far indirizzi, ad attaccare manifesti per le strade; e, in un momento rivoluzionario, piu d'uno sarebbe capace di morire eroicamente, difendendo una bandiera rossa. E, salvo rare eccezioni, che ci son date specialmente dagli avvocati, essi, finché non abbiano trovato da cambiar opinione e ·da star meglio, sono socialisti sinceri, profondamente sinceri; perché la loro lotta di classe la combattono anch'essi, pover~ gente, contro il padre tirchio, contro i debitori inesorabili; il loro solo errore è di credere che la lotta di classe, in cui si trovano impi– gliati essi, sia la stessa lotta di classe che nel resto del mondo gli operai organizzati combattono contro i capitalisti. Quando l'oste vuol fare lo stufatino di lepre e non ha lepre, ci mette il gatto; cosf noi, volendo fare a tutti i costi lo stufatino socialista, in man– canza della lepre proletaria che non c'è o ci sfugge, abbiam cucinato del gatto borghese; piccolo? magro, se $i vuole? ma borghese. È una parte della 33 BibliotecaGino Bianco

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