Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale Eppoi i "trogloditi'~ del Mezzodf, se diventeranno elettori, vpteranno pro– prio per i socialisti? non voteranno piuttosto per Fra Diavolo? In ciascuno dei collegi già conquistati- dal partito, il terreno elettorale si era assestato sulla base della vecchia legge, e le organizzazioni avevano raggiunto una posizione stabile: perché modificare questa beata tranquil– lità? Perché mettere a repentaglio lo statu quo, estendendo il diritto di voto alla massa ignota e non disciplinata? Non si avvedevano che, circoscrivendosi cosf nel bozzolo delle sole organizzazioni già consolidate e dei soli collegi già conquistati, si condan– navano ad una perenne condizione di minoranza. Infatti, fra il 1900 e il 1914, le posizioni elettorali del partito socialista rimasero su per giu, sem– pre le stesse - oscillarono fra quaranta e cinquanta deputati - attraverso quattro elezioni generali. · Ad ogni modo, batti e ribatd, picchia e ripicchia, i sostenitori della riforma elettorale - pochissimi, specialmente meridionali, .fischiati nei con– gressi e derisi dagli "uomini pratici" - avevano ottenuto· fra il 1908 e il 1910 che il suffragio universale cominciasse ad essere preso un po' piu sul s~rio che nel passato. E il 1 maggio 1910 era stato dedicato alla propaganda del suffragio universale. ~ · Quand'ecco, alla vigilia del 1 maggio, i deputati socialisti .votano la .fiducia al nuovo ministero Luzzatti, dichiarandosi soddisfatti della promes– sa, non del suffragio universale, ma di una f' cauta estensione" del suffragio: e questa consisteva, secondo le speranze dei piu ottimisti, in una riforma che lasciava sempre senza voto gli analfabeti; ma diminuiva le difficoltà dell'iscrizione nelle liste elettorali per quei cittadini che sapevano leggere e scnvere. I sostenitori del suffragio universale protestavano che un tale allarga– mento del voto favoriva le organizzazioni del Nord, in quanto le liberava dai lunghi fastidi dèlle pratiche per la iscrizione nelle liste di quei soci che sapevano leggere e scrivere, ma non modificava quasi in nulla le condizioni elettorali del Mezzogiorno dove sarebbe rimasta sempre fuori dalle liste la grande maggioranza dei cittadini, che era analfabeta. Ancora una volta la riforma per tutti si trasformava in una riforma a favore dei piu forti e con– tro i piu deboli. Le organizzazioni settentrionali, raggiungendo per sé il suffragio universale, si sarebbero disinteressate definitivamente della riforma generale. Il problema elettorale del :Mezzogiorno faceva un enorme passo indietro, invece di avvicinarsi alla soluzione. E sarà cosf - rispondeva serenamente al congresso di Milano dell'ottobre 1910 Ettore Reina, organizzatore degli operai cappellai. - Ma per il Nord d'Italia quale im– menso vantaggio sm·ebbe! avremmo iscritto nelle liste tutto il proletariato industriale delle grandi città; avremmo quello costretto ad emigrare di città in città ad ogni mo– mento; e specialmente avremmo i vecchi, che sono arrivati alla prima o alla seconda elementare, e che da anni ed anni vanno presentandosi all'esame davanti ai pretori, che si trattengono ad esaminarli per dieci o quindici minuti successivi, nemmeno se 596 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=