Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale La sola legge sull'emigrazione del 1901, ritoccata nel 1910 e 1913, si può considerare come suggerita dalla preoccupazione di proteggere le classi agricole, in quanto il maggiore contributo alle correnti migratorie è dato proprio dai contadini, specialmente nel Mezzogiorno d'Italia .. Ma anche questa legge, all'atto. pratico, si è rivelata come strumento di un nuovo esoso sfruttamento dei piu deboli, privi di rappresentanza politica a vantaggio dei gruppi politicamente attivi. Infatti la tassa d'imbarco pagata dagli emi– granti transoceanici (per quattro quinti meridionali) fu subito utilizzata in larghe proporzioni ad assistere la emigrnzione europea (eh~ non pagava· nessuna tassa) formata per quattro quinti di operai e di braccianti setten– trionali. · · · Nell'Italia settentrionale potevano avvenire scioperi e ~isordini, anche estesissimi, senza spargimento di sangue, perché la forza pubblica aveva l'ordine di essere longanime fino agli estremi limiti nelle zone d'influenza dei deputati socialisti; senza di che non sarebbe stato possibile il ministeria– lismo dei deputati. Nell'Italia meridionale, invece, che non si adornava di deputati socialisti, era un continuo macello di contadini, al primo accenno di sciopero e di tumulto,~ spesso per futilissimi motivi, perché la forza pub– blica sapeva di avere qui carta bianca. E i socialisti settentrionali si mette– vano l'anima in pace, scoprendo che quegl'incidenti deplorevoli erano do– vuti al fatto che i contadini meridionali "non sono buoni ad altro che a farsi stupidamente ammazzare." Quanto alle violenze elettorali, con cui l'onorevole Giolitti pervertì.va sempre piu profondamente la vita pubblica del Mezzogiorno, si era formata, a poco a poco, una speci~ di communis opinio fra tutti i benpensanti del socialismo settentrionale: la colpa non era dell'onorevole Giolitti, ma della barbarie meridionale. È stata necessaria la crisi del fascismo, affinché i socialisti del Nord si decidessero a riconoscere che, forse, una volta i socialisti meridionali non lavoravano del tutto di fan– tasia, quando denunciavano le violenze elettorali giolittiane. La sola azione di apparenza non immediatamente corporativa e locale, a cui i socialisti si dedicassero con sempre maggiore intensità via via che abbandonavano tutti gli altri problemi d'interesse generale, era la lotta anti– clericale. - I cattolici, infatti, cominciavano anch'essi a imparare la tecnica dell'organizzazio..ne, e contrapponevano ovunque leghe bianche alle leghe rosse, e intervenivano sempre piu largamente nelle campagne elettorali a disputare il terreno ai· socialisti. Dinanzi al nuovo pericolo elettorale - a cominciare dal 1904, anno del primo intervento ufficiale dei ·clericali alle urne - si determinò u·na larga interpenetrazione fra socialismo e massone– ria: parecchi organizzatori entravano nelle logge massoniche, e i fiduciari delle logge filtravano da ogni parte nelle sezioni socialiste. Ma anticlerica– lismo rosso e clericalismo giallo non erano che strumenti di concon,-enze elettorali locali: rossi e gialli si disputavano i lavori pubblici com_u~!J..e provinciali per le coope~ative; manovravano negli sdoperi in modo da met- 594 BibliotecaGino Bianco

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