Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Tirando le somme riforme insomma, di interesse generale furono trattate con indifferenza sem– pre piu accentuata. Non che sieno state mai ufficialmente disdette: restavano sempre elencate nel cosiddetto "programma minimo." E di tanto in tanto, qualcuna ne era mes$a in circolazione, specialmente per le manifestazioni del 1° maggio: quelle a cui toccava piu spesso questa fortuna erano la pro– testa contro le spese militari e contro il dazio sul grano. Ma erano fuochi pirotecnici d'occasione, a cui si dava lo stesso entusiasmo che ai comizi per le università popolari e pei sanatori dei tubercolosi. Non furono mai cam– pagne iniziate e condotte col fermo proposito di insistervi continuamente fino alla vittoria. Si tonava· nei comizi e si votava alla Camera contro i bilanci militari; ma i deputati restavano ministeriali anche coi ministeri che aumentavano le spese della Marina e della Guerra, perché il terreno vero delle intese e delle contrattazioni parlamentari non era qui. Questo era il campo delle azioni dimostrative: le vere e proprie operazioni strategiche dirette sul se– rio ad abbattere e creare i ministeri, erano determinate dalle pressioni locali dei Comuni socialisti, delle cooperative, delle Leghe, o dalle agitazioni degl'impiegati. Il dazio sul grano non fu piu aggredito come l'indice piu odioso dell'in– tero sistema protezionista, non solo agrario ma anche industriale: era iso– lato ·dall'insieme della campagna antiprotezionista, e combattuto da sé solo; viceversa i dazi industriali erano apertamente difesi come necessari alla vita delle industrie, che davano lavoro al "proletariato," intendendosi per pro– letariato il solo proletariato delle industrie. Cioè, la lotta contro il protezio– nismo granario si trasformava in una piu esosa e piu brutale forma di pro– tezionismo, a servizio dei soli gruppi borghesi e proletari, che erano inte– ressati nelle industrie: quelli volevano il p,ine a buon mercato, ma intende– vano continuare a godersi i sopraprezzi politici dei prodotti industriali. Finanche i provvedimenti contro l'analfabetismo, che erano motivati nei comizi e nei discorsi parlamentari giustappunto col proposito di aiutare il proletariato meridionale (leggi del 1904 e del 1911), servivano bensf ad aumentare gli stipendi ai maestri delle scuole già esistenti, cioè a combattere (.finoad un certo punto) la fame dei maestri e non a moltiplicare le scuole, riescivano sempre congegnati in modo da essere efficaci quasi esclusivamen– te nelle zone -piu progredite dell'Italia settentrionale, lasciando quasi illeso il problema nell'Italia meridionale. Nei congressi politici e professionali si invocava la legislazione sociale per tutelare la dignità e la salute del proletariato. Ma nei lavori preparatori di tutte le leggi sociali e nelle contrattazioni parlamentari, i rurali affonda– vano sempre, via facendo, e restavano a galla i soli operai industriali. Non un solo provvedimento di legislazione sociale, infatti, fra il 1901 e il 1914, ha riguardato mai il proletariato rurale. 6 1 . I provvedimenti sociali varati tra il 1900 e il 1914 sono raccolti sistematicamente nel volumetto di ANGIOLO CABRINI, La legislatura sociale, Roma, 1914. 593 BibliotecaGino Bianco •

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