Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La provvncia di Bari nel 1920 sigli comunali sono quasi tutti nelle mani di commissari regi o prefettizi, e quelle poche amministrazioni comunali che non sono disciolte, sopravvi– vono perché di esse vi sono parenti o amici dei deputati amici di tutti i Governi. E allora che colpa ha la povera gente, se non si può fare il tesseramen– to? Si possono condannare i contadini, i marinai, gli artigiani di una inte– ra provincia a morire· di fame perché le amministrazioni comunali non vo– gliono o non possono fare il tesseramento? Se gli organi di Stato non fun– zionano, deve la povera gente rinunziare a mangiare? Questo è uno dei punti, su cui si può e si deve agire per circoscrivere i pericoli della situazione. Bisogna aumentare la razione del grano. Nelle prossime settimane, come ha accennato il collega Ursi, avremo il raccolto della frutta, che è un alimento ricco di zucchero, e sostituisce il pane. Ma da mezzo settembre in poi, quando verrà a mancare la frutta, se non si au– menterà la razione del pane, e se si dovrà continuare a pagare a tre lire al chilo la razione complementare, venduta clandestinamente, non vi sarà forza di legge capace di impedire il prorompere continuo delle agitazioni popolari. Io mi rendo ben conto che la situazione alimentare è difficile per tutta l'Italia. Ma le difficoltà debbono essere eguali per tutti. Non è giusto che in alcune province i lavoratori abbiano 540 grammi di pane, mentre in altre province i lavoratori sono condannati ad averne, quando l'hanno, soltanto 320 (approvazioni). Si dice che in Italia oggi si consuma il doppio del grano, che si consu– mava prima della gl!-erra. Questo è un buon segno: vuol dire che molta gen– te, che prima della guerra consumava granturco, oggi consu.ma grano. Ma vi pare giusto ridurre la razione di coloro, che prima si nutrivano di solo grano, per raddoppiare la razione di grano a coloro che prima consumavano anche granturco? Aggiungerò poche considerazioni a quelle che ha fatto l'onorevole Ursi riguardo ai lavori pubblici. Richiamo, cioè, l'attenzione del Governo sulla necessità che si studi fin da ora il programma dei lavori pubblici, per i prossimi mesi, in modo che comune per comune, stagione per stagione, i lavori pubblici cadano nei periodi di disoccupazione e non sieno fatti senza criterio, secondo l'impulso del momento, o secondo il telegramma che arriva da questo o da quel de– putato. E occorre rendersi conto fin da ora di altre difficoltà. · Anzitutto, un inciampo ai lavori pubblici viene da parte del Genio civile che non ha personale sufficiente e fa aspettare le pratiche mesi e mesi. Vi è poi un'altra difficoltà, forse ancora piu grave: e l'abbiamo vista nei mesi scorsi, quando c'era da distribuire il fondo per la disoccupazione. I nostri uffici comunali, salvo rare eccezioni, sono formati da gente inetta, incapace e svogliata. Nei venti anni pas~ati, gli impiegati comunali sono 577 BibliotecaGino Bianco

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