Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Agricoltura e burocrazia 1 Assai volentieri abbiamo pubblicato quest'articolo,2 non perché condi– vidiamo tutte le idee in esso esposte, ma perché è un documento caratteri– stico della psicologia di moltissimi uomini che vivono nelle attività prati– che e che formano uno dei piu importanti fattori nella vita del nostro paese. L'Agricoltore settentrionale ci descrive tutti i guai che produce l'azione dello Stato_ nell'agricoltura meridionale. Ma invece di ricavare da questa terribile esperienza l'insegnamento logico, cioè invece di riconoscere che la burocrazia è incapace di arare, di seminare, di mietere, di far prestiti, di procurare i lavoratori, ecc. ecc., invoca un'altra azione di Stato, a comin– ciare da una propaganda, che dovrebbe essere fatta da quello stesso Stato, della cui incompetenza egli stesso fa un processo cos1 spietato. Quando la capiremo - clementi numi! - che·" lo Stato" non esiste; ma esistono solamente degli "impiegati," a cui non importa nulla dei no– stri affari, a cui importa solo di assicurarsi lo stipendio e la promozione con le minori noie e responsabilità possibili, ed ai quali quindi dobbiamo guardarci bene dal chiedere maggiori interventi nei nostri affari privati? Gli agricoltori settentrionali che vogliano andare a lavorare nel Mezzo– giorno sieno i benvenuti. Ma, anzitutto, comincino col rinunziare agli aiuti dello Stato, cioè de– gli impiegati, se vogliono conchiudere qualcosa. Inoltre, non chiedano questo aiuto coll'argomento che essi sono sett~n– trionali, che vanno nel Mezzogiorno a fare opera di solidarietà nazionale. Essi devono andare nel Mezzogiorno ~ fare i loro affari, come li fanno già i meridionali; e come questi non debbono chiedere favori allo Stato se cer– cano di fare i loro affari in casa propria, cos1 i settentrionali non devono chiedere favori speciali per sé, solo perché cercano di fare i loro affari in casa altrui. Eliminata ogni ·pretesa e illusione di speciali favori statali, "i coltivatori settentrionali facciano caso per caso, ben bene, i loro calcoli. Nel fare questi calcoli, comincino col rinunziare alla illusione che le terre meridionali pos– sano essere condotte a produrre quanto le settentrionali, e che il problema · agricolo meridionale si possa risolvere a breve scadenza. Queste illusioni sono il resultato di un'altra illusione, che hanno i settentrionali inesperti delle condizioni agricole del Mezzogiorno: essi credono che la scarsa pro– duttività delle terre meridionali dipenda da •infingardaggine o incapacità dei coltivatori, e s'immaginano di rimediare in quattro e quattr'otto a quel– le condizioni arretrate con la loro attività e perspicacia. 1 Riprodotto in Scritti sulla questione meridionale cit., pp. 524-526. [N.d.C.] 2 Un articolo, firmato "Un agricoltore settentrionale," io cui erano criticati alcuni 'inter– venti governativi nel Mezzogiorno e s'invocavano nuove provvidenze a suo favore. [N.d.C.] 571 BibliotecaGino Bianco

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