Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale promette di obbligare tutti 1 suoi soci a partecipare a movimenti rivoluzio– nari che avrebbero le simpatie e le adesioni di una parte sola dei soci. Ma anche quell'eventuale movimento rivoluzionario, di cui parliamo, contro il protezionismo riescirebbe tanto piu facilmente quanto piu in quella parte della popolazione, che non è ascritta al partito socialista, fosse diffusa la coscienza antiprotezionista. Invece di avere di fronte una massa conserva– trice o apolitica, la quale invocherebbe senz'altro la repressione del mo– vimento, il partito socialista avrebbe almeno una larga massa apolitica, la quale riconoscerebbe che dopo tutto i rivoluzionari antiprotezionisti a– vrebbero, almeno, un po' di ragione. E ridurre un nemico ad essere malsi– curo di sé, è un vero e proprio aumento delle proprie forze. Quel che im– porta non è di parlare di rivoluzione, quando non si è fatto ancora quasi nulla per far entrare nella coscienza del partito socialista il fine, per cui si vuol fare la rivoluzione. Quel che importa è di cominciare una buona volta il lavoro di propaganda sistematrice e tenace. Da cosa nasce cosa. Chi ha miglior filo, ripeto, tesserà miglior tela." [Da "Avanti!," 23 maggio 1914.J "L'Unità" ed il Socia/,ismo Il nostro problema Quando mi accorsi, or è un anno, che la polemica intorno all'indirizzo dell'Unità cominciava a disperdersi, pensai che fosse prematura, o, in ogni modo, inopportuna, e che meglio era forse lasciarla morire. Venivo cosi a dar ragione al Valente. Mi consolavo tuttavia dicendomi che, come bene aveva osservato G. Luzzatto, non era stato male "un ritorno su noi stessi" ed un "sereno esame di coscienza." Ma qualcuno ha continuato ad insistere con me: perché lasciare a mezzo una discussione che mirava proprio al cuore del nostro movimento? Il semplice fatto che tanti avevano interloquito non significava che la questione era viva e sentita? Torniamo adunque da capo. "Che cosa vuole L'Unità? " Non pretendevamo, né pretendiamo, con questa domanda, dettare nessun program– ma; semplicemente vogliamo capire quello che siamo, per essere sempre meglio - con maggior consapevolezza e senza troppe oscillazioni - quello che già abbiamo cominciato ad essere. Proprio cosi. Questo intuf, l'anno scorso, col suo noto buon senso, l'ottimo Agricola. Anzi, in questa ripresa, mi rifarò dal suo articolo. Mi sembra ch'egli abbia messo in termini ben chiari il dibattito iniziato su questo giornale con la mia prima lettera. 1 Riprodotto in La cultura italiana del 900 attraverso le riviste cit., pp. 401-411. [N.d.C.] 556 BibliotecaGino Bianco

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