Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale teressi materiali, dovremo tutti alb fine considerarla come un grande be– nefizio pel nostro paese. Perché avrà servito a darci il sentimento di posse– dere capacità di organizzazione, d'azione, di disciplina, meno scarse di quelle che ci attribuivamo: e questo guadagno vale bene la spesa di quel mezzo miliardo che la guerra ci costerà. Siffatti sentimenti si muovono certo, per quanto indistinti, oggi, nel cuore di tutti gl'italiani. Tant'è vero che neppure i socialisti piu herveisti e piu rivoluzionari si sognano di proporre la fine sic et sempliciter della guer– ra e il ritiro dall'Africa. Che cosa vogliono allora? I socialisti rivoluzionari, scarsi di coltura e di capacità tecniche e privi del senso della realtà, vogliono al solito... protestare, far baccano, prendersela con la infàme borghesia. Sono buoni figliuoli, punto pericolosi, destinati a figurare accanto ai repubblicani nel museo dei fossili politici italiani. I riformisti, cosf detti di sinistra, sembrano non volersi differenziare gran che dai rivoluzionari. Mentre i rivoluzionari urlano sulla Soffitta e sull'Avanguardia, i riformisti di sinistra fanno d~lla maldicenza piu o me– no discreta sull'Avanti! - Confessiamo· di preferire i rivoluzionari. E i riformisti di destra? - Che cosa vogliono? Che cosa fanno? Per alcuni di essi, per l'on. Bissolati per esempio, tutto ci fa ritenere che si trovi– no di fronte all'impresa attuale nel medesimo stato d'animo, che in quest'arti– colo ci siamo sforzati di esprimere noi. Ma i piu non sembrano preoccu– pati di altro che di conservarsi amico l'on. Giolitti, vada o non vada a Tri– poli, vinca o non vinca la guerra, dia o non dia il suffragio universale. Urli disordinati nei primi, dunque; disorientamento negativo nei seJ condi; opportunismo e voglia di essere sempre contenti, negli ultimi: assoJ Iuta mancanza di idee chiare e concrete nei piu. In questo, come in tutto il resto, il partito socialista si rivela incapace di qualsiasi azione positiva ed efficace. E continuamente ci avviene di domandarci, se esso oramai sia una realtà oppure se non sia per avventura altrq che lo spettro vano di una realtà: È vissuto venti anni. Ha conquistato alla classe lavoratrice la libertà . di organizzazione e di manifestazione e di stampa, che nessuno toglierà piu. Ha contribuito, bene o male, a preparare la conquista di una legge elet– torale piu larga assai di quella che gli servi di culla, e assai prossima al suffragio universale. Non è vissuto invano. Ha fatto molto bene. Ha evi– tato molto male. Un partito che vive da venti anni, è naturale che sia consumato ed esausto. Prima dell'impresa di Tripoli era certo agonizzante. L'impresa di Tri– poli l'ha probabilmente ucciso. Dietro a sé non lasda oramai che un'accoz– zaglia disordinata e informe di elementi eterogenei e incapaci di continuar a lavorare in comune. In tanto sfasciume però, si possono raccogliere a piene mani gli ele- 502 BibiiotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=